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Vecchio 07-05-2020, 12:47   #1
Peval
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Predefinito Sars-cov-2 e condizioni climatiche

se fosse vero che il coronavirus non resiste ad alte temperature e ad elevati tassi di umidità direi che con l'estate padana siamo a cavallo.....vedremo nelle prossime settimane, io ci voglio sperare
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Vecchio 07-05-2020, 13:57   #2
Simone
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se fosse vero che il coronavirus non resiste ad alte temperature e ad elevati tassi di umidità direi che con l'estate padana siamo a cavallo.....vedremo nelle prossime settimane, io ci voglio sperare
Peccato che non sia vero, come mille volte detto dai più blasonati epidemiologi italiani. Ma questo non è argomento da tirar fuori in questo 3d.
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Vecchio 07-05-2020, 18:02   #3
Peval
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Peccato che non sia vero, come mille volte detto dai più blasonati epidemiologi italiani. Ma questo non è argomento da tirar fuori in questo 3d.
sono d'accordo che non sia un argomento al 100% in topic, però quanto dici è sbagliato e mi costringe dare una risposta. In letteratura ci sono parecchi studi sulla dipendenza di r_0 per i vari coronavirus da temperatura e umidità (https://www.hindawi.com/journals/av/2011/734690/ per esempio) e anche nel caso dell'attuale SARS-CoV2 alcuni studi nell'area di Wuhan hanno messo in relazione questa cosa: r_0 tende a diminuire con l'aumentare della temperatura e dell'umidità. Chiaro che poi questo non è l'unico fattore che regola l'evoluzione dell'epidemia ma su questo siamo tutti d'accordo. In ogni caso la maggior parte della comunità scientifica anche in ambito meteo/climatologico sta facendo ricerca su queste cose, è un argomento assolutamente attuale. Anche ECMWF per esempio ha recentemente combinato l'output del modello con altri dati/statistiche basati su altri coronavirus e sta emettendo previsioni sulla sopravvivenza del coronavirus in atmosfera.

Il tuo post è, come accaduto altre volte in passato, intriso di saccenza e supponenza, senza peraltro citare alcuna fonte. Esistono modi e modi per dire ad altri utenti che non si è d'accordo con quanto scritto. Per quanto riguarda l'essere off-topic sono i moderatori che devono moderare il forum appunto, non è compito tuo.

Saluti
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Vecchio 08-05-2020, 07:05   #4
geloneve
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Il tuo post è, come accaduto altre volte in passato, intriso di saccenza e supponenza, senza peraltro citare alcuna fonte. Esistono modi e modi per dire ad altri utenti che non si è d'accordo con quanto scritto. Per quanto riguarda l'essere off-topic sono i moderatori che devono moderare il forum appunto, non è compito tuo.

Saluti
Assolutamente d'accordo su questo.

Però, c'è da dire una cosa...è vero che da noi stia arrivando il caldo e, con questo, un possibile aiuto al calo del virus, ma è anche vero che nell'emisfero australe stia arrivando la stagione fredda e, con questa, quindi, un aiuto alla sopravvivenza del virus.

Quindi, è probabilmente vero che il caldo aiuti a debellare il virus, ma non capisco come si possa sperare che le stagioni aiutino il calo a livello planetario visto che se è vero che l'estate ed il caldo arrivano da una parte, l'inverno ed il freddo arrivano dall'altra...
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Vecchio 08-05-2020, 11:48   #5
Peval
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Assolutamente d'accordo su questo.

Però, c'è da dire una cosa...è vero che da noi stia arrivando il caldo e, con questo, un possibile aiuto al calo del virus, ma è anche vero che nell'emisfero australe stia arrivando la stagione fredda e, con questa, quindi, un aiuto alla sopravvivenza del virus.

Quindi, è probabilmente vero che il caldo aiuti a debellare il virus, ma non capisco come si possa sperare che le stagioni aiutino il calo a livello planetario visto che se è vero che l'estate ed il caldo arrivano da una parte, l'inverno ed il freddo arrivano dall'altra...
Ah assolutamente, a livello planetario non penso possa influire, ci sará sempre un certo bacino di portatori del virus che ne garantirá la circolazione. I fattori meteo climatici possono aiutare a livello locale, ad esempio nello studio fatto a wuhan si vedeva chiaramente r_0 scendere all'arrivo della stagione umida (monsone) che caratterizza la cina meridionale, con temperature sopra i 25 gradi e alti tassi di umiditá e pioggia. Prima che "qualcuno" fraintenda: qua non si sta parlando di meteo come UNICO fattore influente nella trasmissione del virus, ma come UNO DEI fattori concorrente. Temo che una chiara risposta alla domanda si avrá nelle prossime settimane, quando nell'emisfero nord si allenterá il lockdown e allo stesso tempo si avranno temperature sempre piú elevate. Allora credo si potrá veramente capire quanto il fattore meteoclimatico influisce sulla diffusione del virus.
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Vecchio 08-05-2020, 11:52   #6
Simone
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Ah assolutamente, a livello planetario non penso possa influire, ci sará sempre un certo bacino di portatori del virus che ne garantirá la circolazione. I fattori meteo climatici possono aiutare a livello locale, ad esempio nello studio fatto a wuhan si vedeva chiaramente r_0 scendere all'arrivo della stagione umida (monsone) che caratterizza la cina meridionale, con temperature sopra i 25 gradi e alti tassi di umiditá e pioggia. Prima che "qualcuno" fraintenda: qua non si sta parlando di meteo come UNICO fattore influente nella trasmissione del virus, ma come UNO DEI fattori concorrente. Temo che una chiara risposta alla domanda si avrá nelle prossime settimane, quando nell'emisfero nord si allenterá il lockdown e allo stesso tempo si avranno temperature sempre piú elevate. Allora credo si potrá veramente capire quanto il fattore meteoclimatico influisce sulla diffusione del virus.
non credo si potrà capire l'incidenza del fattore climatico, in quanto la diffusione del virus è fortemente alterata dalle misure di contenimento che stiamo adottando.
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Vecchio 08-05-2020, 11:59   #7
Peval
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Aggiungo: altri studi su altre cittá invece hanno evidenziato una veramente minima o addirittura nulla correlazione tra r_0 e temperatura/umiditá....quindi la questione é veramente molto aperta e non vi sono assolutamente certezze. I campioni utlizzati negli studi in questione (sia quelli che hanno dimostrato l'esistenza di una relazione che quelli in cui l'evidenza non vi era) sono stati fatti su numeri dell'ordine di centinaia di casi, per cui l'incertezza a mio avviso é veramente troppo elevata. Come dicevo prima, solo aspettando i mesi caldi si potranno azzardare ipotesi piú solide.
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Vecchio 11-05-2020, 12:18   #8
Peval
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In Cina e a Seoul ripartono i contagi, unica buona notizia: in particolare a Seoul é stato accertato che i nuovi contagi sono avvenuti in bar e locali al chiuso. Tuee le estati sono in genere le stagioni da attivitá all'aperto, ma questa sicuramente lo sará di piú....
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Vecchio 11-05-2020, 16:06   #9
sanpei
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In Cina e a Seoul ripartono i contagi, unica buona notizia: in particolare a Seoul é stato accertato che i nuovi contagi sono avvenuti in bar e locali al chiuso. ....
Locali al chiuso di "un certo tipo" ... quel tipo di cose che di solito non si fanno all'aperto ... senza rischiare l'arresto ....

Per la ripartenza di discoteche e similari la vedo davvero comunque durissima ....
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“La negazione della complessità è l’inizio della tirannia”.

Jacob Burckhardt
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Vecchio 11-05-2020, 18:18   #10
sanpei
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Da un sito meteo acchiappa click:

La pandemia da Coronavirus ha letteralmente paralizzato il mondo intero travolgendo vasti territori, da est a ovest, alcuni dei quali piuttosto pesantemente. E' un virus che ha colpito determinate zone all'interno delle nazioni stesse, addirittura in alcuni Paesi ha colpito "solo alcune province". Ad esempio, nella Repubblica Dominicana sono state segnalate quasi 8 mila persone positive al COVID-19, mentre ad Haiti, la nazione che occupa l’altra metà dell’isola, gli ammalati hanno sfiorato solamente quota 100. In Indonesia si stima che migliaia di persone siano morte a causa del COVID-19, eppure nella vicina Malesia, i decessi non superano il centinaio.
A tal proposito, il New York Times ha effettuato un lavoro capillare confrontandosi con decine di esperti sulle malattie infettive, epidemiologi e virologi di diverse aree del pianeta per trovare una prima spiegazione a questa diversità nella diffusione di Sars-Cov-2. Cosa è emerso? Che la diffusione del COVID-19 dipende da tre fattori: caratteristiche demografiche, abitudini culturali e ambiente.

Per quanto riguarda la DEMOGRAFIA, le nazioni con un basso numero di casi rilevati hanno una popolazione relativamente giovane con sintomi molto lievi e ciò li rende meno contagiosi e meno esposti a particolari rischi. In Africa sono stati segnalate all’incirca 50 mila positività, una quantità molto contenuta se confrontata con la popolazione africana (intorno agli 1,3 miliardi di persone).
L’Africa è il continente più giovane, con più del 60% della popolazione al di sotto dei 25 anni.

Se spostiamo lo sguardo alle ABITUDINI CULTURALI, in diverse zone asiatiche ci si saluta senza darsi la mano: in India il saluto avviene a distanza unendo le mani, in Giappone e Corea del Sud con un inchino. Queste abitudini riducono sensibilmente il rischio di contagio, ma ci sono comunque paesi in cui ci si saluta con un contatto fisico e nei quali per ora non ci sono state epidemie significative da Sars-Cov-2. Tra le abitudini culturali va riposta attenzione al fattore del turismo. Perché? Semplice, i territori che per motivi pratici o politici sono meno aperti ai viaggiatori, o al commercio internazionale, risultano essere anche quelli con meno casi positivi rilevati.

La terza caratteristica è l'AMBIENTE: non vi è ancora certezza se il virus tolleri poco i climi caldi. Le epidemie più consistenti sono iniziate nella stagione invernale in Paesi con climi temperati come l’Italia e buona parte degli Stati Uniti, mentre il coronavirus è rimasto pressoché assente da zone più calde come la Guyana in Sudamerica e il Ciad nell’Africa centrale. Virologi ed epidemiologi consigliano però di non farsi troppe illusioni e spiegano che la stagione calda non comporterà, da sola, una riduzione significativa dei casi e della diffusione dell’epidemia. Il coronavirus è molto contagioso e la sua facilità di propagazione tra gli individui supera abbondantemente gli eventuali effetti di un clima più caldo.

In conclusione, come si spiega la massiccia e capillare diffusione in ITALIA, Spagna, Francia o negli Stati Uniti? La risposta è che il dilagare dell'epidemia è dipesa sì dai fattori sopra elencati (ambiente, consuetudini culturali e demografia), ma anche da un altro del tutto imprevedibile: il caso.
Per esempio, la presenza di un "super diffusore" (una persona che infetta molti più individui rispetto alla media) in un singolo evento pubblico può avere innescato una catena dei contagi in un ?aese con caratteristiche pressoché identiche a un altro, dove invece l’assenza di un simile evento casuale ha consentito un minor aumento dei contagi.
Ciò è quello che potrebbe essere avvenuto proprio in Italia, quando ancora era del tutto sconosciuta la propagazione del COVID-19

Aggiungo io:
Bergamo ha pagato un prezzo assurdo ad una partita di calcio....se la squadra fosse stata eliminata al primo turno, quanti morti in meno a parità di clima, inquinamento e demografia ?

Idem Rimini per gli aperitivi in spiaggia l' 8 marzo, festa della donna....se quel giorno fosse piovuto e ognuno se ne stava in casa propria ?
__________________
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Jacob Burckhardt
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