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Vecchio 29-12-2021, 19:31   #1511
campaz
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Intendevo un termostato sulla temperatuta media, ad esempio il nostro pianeta lo danno a 15°C di media, quindi per termostato da regolare intendo alzare o abbassare la media, che é poi quello che succede con maggiore o minore effetto serra.

Provo a cambiare esempio, supponiamo che arrivano degli extraterrestri a cui serve un pianeta per produrre biomassa per i loro biodigestori per creare energia sul loro pianeta, per produrre il massimo della massa vegetale sul nostro pianeta, alzerebbe o abbasserebbe la temperatura?
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Vecchio 29-12-2021, 21:43   #1512
scarpasot
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da quel che si legge in giro deduco che la tanto bramata svolta green che immaginavo come incremento delle foreste e riduzione dei consumi (almeno quelli esagerati e inutili) sarà costituita per la gran parte un passaggio dalle fonti fossili all'energia nucleare. sono deluso.

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me scurès dedsà, me scurès dedlà, quand'a pas per al cèinter ed curès
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Vecchio 30-12-2021, 08:27   #1513
sanpei
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Sulla catena montuosa della Sierra Nevada, in California, nell'ultimo mese è state registrata una media di 5,13 metri di neve, il livello più alto mai raggiunto a dicembre da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1970.

Un record che arriva dopo mesi di estrema siccità che hanno alimentato incendi e provocato scarsità d'acqua. Opposto il problema in Alaska, in preda a un'ondata di calore con temperature che i 20 gradi in un periodo dell'anno caratterizzato normalmente da un freddo pungente e abbondanti nevicate.

Secondo quanto riportano i media locali, sull'isola di Kodiak - a sudovest di Anchorage - sono stati registrati domenica scorsa 19,4 gradi, la temperatura più alta mai rilevata nel mese di dicembre in tutto il territorio. Una situazione "assurda", ha commentato Rick Thoman dell'Alaska Center for Climate Assessment and Policy. Il nuovo massimo di riferimento segue una serie di temperature record come i 18,3 gradi registrati all'aeroporto di Kodiak, i 16,6 gradi a Cold Bay nella penisola di Alaska, e i 13,3 gradi di sabato 25 a Unalaska, ovvero il giorno di Natale più caldo mai registrato nelle Aleutine occidentali. Dal punto di vista climatico, il 2021 degli Usa è stato caratterizzato da due grandi eventi avversi anomali. L'uragano Ida, che ha fine estate ha causato quasi 70 morti, danni devastanti in Louisiana e fino negli Stati del nordest, facendo temere una nuova Katrina. Solo poche settimane fa è stata invece la volta dei devastanti tornado che hanno colpito che hanno colpito il Midwest e il Sud, in particolare il Kentucky. Il prezzo pagato è stato di almeno 90 morti.
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Jacob Burckhardt
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Vecchio 30-12-2021, 10:55   #1514
RG62
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Provo a cambiare esempio, supponiamo che arrivano degli extraterrestri a cui serve un pianeta per produrre biomassa per i loro biodigestori per creare energia sul loro pianeta, per produrre il massimo della massa vegetale sul nostro pianeta, alzerebbe o abbasserebbe la temperatura?

A lume di naso, ti direi che metterebbero la temperatura che si è avuta nel Carbonifero che ha prodotto una vegetazione tanto rigogliosa dimostrata dai depositi di carbone oggi esistenti sparsi per tutto il Pianeta.

Da considerare anche che in quel periodo non c'erano grossi animali e non c'erano mammiferi erbivori...
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Vecchio 10-01-2022, 18:48   #1515
sanpei
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Le analisi del centro europeo hanno dimostrato che dal 1991 al 2020 le temperature sono state circa 0.9 °C superiori rispetto a quelle del periodo pre-industriale. In rapporto a questi ultimi 30 anni, le regioni con temperature più alte della media sono comprese in una fascia che si estende dalla costa occidentale degli Stati Uniti e del Canada, al Canada nord-orientale e alla Groenlandia, così come ampie parti dell’Africa centrale e settentrionale e del Medio Oriente. Per quanto riguarda l’Europa, i sette anni più caldi vanno dal 2014 al 2020. Il 2021, quindi, si attesta tra gli anni “freschi”, anche se il centro Copernicus ricorda il record europeo di temperatura più elevata, registrato proprio la scorsa estate in Sicilia con 48.8°C, di 0.8°C superiore al precedente (record non ancora registrato dall’Organizzazione metereologica mondiale, Wto).
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Jacob Burckhardt
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Vecchio 18-02-2022, 17:01   #1516
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Vento record sull'isola di Wight nel pieno della tempesta Eunice abbattutasi oltre Manica. Lo rende noto il Met Office britannica, rilevando una raffica pari a 195 chilometri all'ora circa, la più violenta registrata in Inghilterra da quando esistono gli attuali strumenti #ANSA
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Jacob Burckhardt
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Vecchio 18-02-2022, 17:37   #1517
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Questo valore è già stato ampiamente superato in Scozia e Irlanda in passato ma mai nel Sud dell'Inghilterra.
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Vecchio 22-02-2022, 19:38   #1518
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Sul versante meridionale delle Alpi non si vedeva un inverno così mite e secco da più di 150 anni: per la precisione dal 1864. Lo sostiene l’ufficio federale di meteorologia MeteoSvizzera, che ha comparato i dati di questo gennaio con quelli degli ultimi 158 anni.

Il risultato dell’analisi è netto: l’inverno meteorologico a Sud delle Alpi – che dura per i mesi di dicembre, gennaio e febbraio – quest’anno finirà con una temperatura media a di 1,8 gradi centigradi “superiore alla norma 1991-2020, mentre il totale di precipitazione sarà inferiore a un quarto del valore normalmente atteso, più precisamente risulterà pari al 22% di esso”. In pratica ha piovuto il 78 percento in meno.
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Vecchio 23-02-2022, 10:52   #1519
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vogliamo parlare della Siberia???

laltro giorno ero fuori e cera -1 grado , potevo uscire in bermuda cazzo.... incredibile.....si stava sciogliendo tutto.
Ghiacci che di solito sono belli tosti qua erano massimo 30cm.....cioe vacca *******.....

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Vecchio 02-03-2022, 14:45   #1520
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«Non adesso, climatologi! Non sapete che c’è una guerra?». Karl Mathiesen, che si occupa di questioni climatiche per Politico Europe, dà voce a quel che molti devono aver pensato alla notizia dell’uscita, lunedì, del nuovo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), che periodicamente fa il punto sulla letteratura scientifica in materia di cambiamento climatico. Ma, come abbiamo già scritto ieri, considerare la guerra in Ucraina un alibi per trascurare la sfida climatica è un pericolo mortale. Di più, Mathiesen spiega che il cambiamento climatico è inevitabilmente intrecciato anche con la guerra in Ucraina.

Qualche esempio? «L’aggressore è un petro-Stato il cui futuro economico a lungo termine dipende dalla lenta azione per ridurre le emissioni fossili. La dipendenza dell’Europa dal petrolio e dal gas russi sta alimentando discussioni contrapposte sull’accelerazione dell’energia pulita o, invece, sull’esplorazione di nuove fonti di combustibili fossili. L’Ucraina è uno dei principali paesi produttori di grano e mais e l’invasione potrebbe creare uno choc alimentare che esaspererà la fame causata dal clima in alcune parti dell’Africa». Se noi temiamo possibili aumenti della pasta o dei mangimi, immaginate cosa possa significare l’aumento dei prezzi alimentari (già ai massimi degli ultimi dieci anni, secondo la Fao) per Paesi che già non hanno soldi per importare cibo che non riescono più a produrre. Per fare un esempio non africano e non lontano da noi, il martoriato Libano importa dall’Ucraina il 55% del grano che consuma. E, ancora, l’isolamento russo decretato da buona parte del resto del mondo potrebbe rendere più difficile affrontare una sfida climatica che deve, necessariamente, essere globale.

Se ne sono resi ben conto i 650 fra scienziati (alcuni dei quali membri dell’Accademia russa delle scienze) e giornalisti scientifici russi che, all’avvio dell’invasione, hanno pubblicato una durissima lettera aperta sul sito trv-science.ru nella quale si legge: «Avendo scatenato la guerra, la Russia si è condannata all’isolamento internazionale, alla posizione di Paese paria. Ciò significa che noi scienziati non saremo più in grado di svolgere normalmente il nostro lavoro: del resto, condurre ricerca scientifica è impensabile senza la piena collaborazione con i colleghi di altri paesi. L’isolamento della Russia dal mondo significa un ulteriore degrado culturale e tecnologico del nostro Paese in totale assenza di prospettive positive. La guerra con l’Ucraina è un passo verso il nulla». Senza contare che l’invasione comporterà un aumento delle spese militari, non soltanto in Russia, che sottrarrà risorse alla battaglia climatica, come denunciato pochi giorni fa alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza.

Tutte queste interconnessioni non sono casuali e non devono per nulla stupire. Perché, come dice Katharine Hayhoe, chief scientist della onlus Nature Conservancy, «il cambiamento climatico è il massimo moltiplicatore delle minacce. Prendete qualsiasi cosa che già sappiamo andar male nel mondo e vedrete che l’emergenza climatica sta rendendo più difficile porvi soluzione». È lo stesso motivo per cui François Gemenne, uno degli autori del rapporto Ipcc appena uscito, lamenta: «Penso ci sia ancora una tendenza, in molti governi e in molti politici, a considerare il cambiamento climatico un rischio tra i tanti. Dovremmo invece renderci conto che il cambiamento climatico è davvero una matrice di rischi e che tutte le questioni che saranno fondamentali nel 21° secolo — sviluppo, sicurezza, migrazione, salute — saranno trasformate dal cambiamento climatico».

Anche Putin, spiega Mathiesen, avrebbe ottime ragioni per occuparsi della lotta al climate change. Lo scioglimento del permafrost nelle parti più settentrionali della Russia ha già iniziato a far cedere le fondamenta di edifici e infrastrutture e, secondo uno studio pubblicato a fine gennaio, i danni, da qui al 2050, potrebbero ammontare a 132 miliardi di dollari. Sempre dal permafrost in discioglimento si stanno liberando metano e antrace. Putin preferisce invece (a quanto pare anche con pressioni sull’Ipcc, a quel che scrive Politico Europe) insistere sui vantaggi per la Russia del riscaldamento di zone oggi ghiacciate che potrebbero diventare coltivabili e abitabili. Vantaggi che potrebbero esserci ma che andrebbero soppesati assieme ai danni. E che potrebbero ridursi di molto per un Paese in totale isolamento internazionale."

Anche su queste pagine qualcuno voleva per forza vedere i vantaggi del Climate Change a livello di rese agricole in zone prima molto svantaggiate .... senza tenere conto di quelle che diventeranno improduttive.
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Jacob Burckhardt
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