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Vecchio 27-02-2025, 14:17   #2411
lg59
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Siamo sulla strada che conduce il pianeta alla fine del secolo con un riscaldamento di 2,6 gradi oltre la media delle temperature pre-industriali. Una pessima strada che dovremmo fare di tutto per abbandonare. E i percorsi alternativi da prendere li suggerisce il Global Climate and Energy Outlook (GECO) appena pubblicato. I report GECO, redatti dal Centro comune di ricerca della Commissione europea, sono una fonte annuale di previsioni globali su energia ed emissioni che aiutano i decisori politici a prendere le azioni necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici che si sono prefissati, e cioè quelli sottoscritti negli accordi di Parigi nel 2015. E nel farlo giudicano le politiche ambientali dei singoli Paesi e suggeriscono i correttivi necessari per rimettersi sulla retta via. I consigli della Commissione europea sono basati sulla relazione causa-effetto tra emissioni di CO2 e temperature.

La situazione attuale
Le emissioni globali raggiungeranno il loro picco in questo decennio, e a quel punto ci si aspetta che inizino a ridursi ma, stanti le politiche ambientali in vigore attualmente, arriveremo a un aumento di 2,6°C entro il 2100. Per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi entro fine secolo, il mondo deve ridurre le emissioni di gas serra del 56% rispetto ai livelli del 2022 entro il 2035, arrivando a una riduzione del 90% entro il 2050. Per questo il 2025 deve essere un anno di “azione globale accelerata per il clima”, come recita il report. Perché le maggiori economie mondiali - i Paesi del G20 - non sono sulla buona strada per raggiungere l'obiettivo e gli attuali impegni nazionali a lungo termine sono ancora insufficienti per limitare il riscaldamento a 1,5°C entro il 2100.

Lo scenario
In realtà nemmeno gli esperti del Centro di ricerca della Commissione europea sanno cosa accadrebbe se l’aumento nei prossimi 80 anni fosse davvero di 2,6 gradi. Lo scenario attualmente considerato off limits è quello relativo a un aumento di 2 gradi. E anche in questo caso le previsioni sono incerte, sebbene terrificanti. In occasione della COP 28 di Dubai è stato così descritto: “significherebbe probabilmente la perdita del ghiaccio marino artico, il triplo delle ondate di calore estremo, livelli di estinzione molto più elevati e la possibile perdita delle barriere coralline in tutto il pianeta. Ci porterebbe ancora più vicini al punto di rottura per la perdita delle calotte glaciali della Groenlandia e dell'Antartide occidentale”.
Ma non è che queste previsioni sia pur preoccupate e preoccupanti siano un pò ottimistiche?Già il 2024 ha superato l'1,5 a livello globale,certo il nino e altri fattori,ammesso e non concesso che il 2025 ritracci un po come scriveva Randi in un post di qualche giorno fa su FB,ci attesteremo tra 1,4 e 1,5,con la prospettiva di ripartire per un nuovo scalino al prossimo nino o qualche altra forzante.Io temo che 2,6 nel 2100,per i miei figli(cissà) e nipoti si potrebbe firmare.
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Vecchio 16-03-2025, 12:07   #2412
sanpei
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Crisi climatica
Il rialzo delle temperature prosegue inesorabile e con lui il calo delle nevicate. Numeri impietosi quelli raccolti nel dossier che attraverso l’analisi della Fondazione CIMA mostra il grave deficit nevoso. Sulle Alpi nella fascia tra i 1000 e i 2000 metri, la riduzione dell’innevamento è del 71% e addirittura del 94% sugli Appennini. Se andiamo più su con l’altitudine a quote comprese tra i 2000 ei 3000 metri, il deficit si attesta al 43% sulle Alpi e al 78% sugli Appennini. Una situazione che ha ricadute pesanti per gli impianti sciistici per questa ragione il governo ha stanziato fino al 2028 l’erogazione ben 430 milioni di euro per bilanciare le perdite.

Dimissione impianti
Raddoppia il numero delle strutture in quota legate agli sci che hanno smesso di funzionare. Il numero passa dai 132 censiti nel 2020 agli attuali 265. 76 in Piemonte, 33 in Lombardia, 31 in Abruzzo e 30 in Veneto. Sono queste infatti le regioni che stanno maggiormente soffrendo la crisi climatica con la diminuzione delle nevicate in conseguenza all’aumento delle temperature. 112 poi le strutture temporaneamente chiuse, mentre sono 128 quelle un “po’ aperte, un po’ chiuse”.
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"Non si gioca a scacchi con i piccioni: ignorano le regole, buttano tutti i pezzi per aria, sporcano in giro (e gli piace farlo) e alla fine se ne vanno via tutti impettiti convinti di aver vinto una partita che non hanno nemmeno compreso".

Mario Tozzi
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Vecchio 20-03-2025, 12:53   #2413
sanpei
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L'anno scorso è stato l'anno più caldo mai registrato, i 10 anni più caldi si sono verificati tutti nell'ultimo decennio e i livelli di anidride carbonica nell'atmosfera, che causano il surriscaldamento del pianeta, sono ai massimi da 800 mila anni. Sono le tre cattive notizie (purtroppo non sorprendenti) contenute nel rapporto annuale sullo Stato del Clima dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo) pubblicato oggi.

«Non era mai successo che tutti i dieci anni più caldi di sempre ricadessero nello stesso decennio. Di solito le temperature oscillano di più» dice Sandro Fuzzi, ricercatore dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del Cnr di Bologna. «Questo dato è la conferma che stiamo andando velocemente verso un cambiamento climatico che non ha precedenti».

L'anno scorso inoltre ha superato per la prima volta la soglia limite di 1,5 gradi Celsius in più rispetto alla temperatura media dell'era pre-industriale. È quella individuata come limite da non superare (perché, se si alza di più, le conseguenze diventano ingestibili) negli accordi internazionali per il clima, come quello di Parigi del 2015. Il fatto che il superamento sia avvenuto per un solo anno, per i climatologi, significa che non può essere ancora considerato definitivo (serve che la soglia venga superata per più anni) e che quindi c'è ancora tempo per intervenire. «Sebbene un solo anno di riscaldamento superiore a 1,5 gradi Celsius non indichi che gli obiettivi di temperatura a lungo termine dell'Accordo di Parigi siano irraggiungibili, è un campanello d'allarme che stanno aumentando i rischi per le nostre vite, per le nostre economie e per il pianeta», ha detto Celeste Saulo, segretaria generale del Wmo.

L'Italia ha fatto registrare un surriscaldamento ancora maggiore: nel 2024 la temperatura media del nostro Paese è stata di 3,22 gradi al di sopra dell’era pre-industriale. Inoltre il surriscaldamento delle temperature diventa sempre più veloce (l'Italia ha superato la soglia di 1,5 gradi a partire dalla metà degli anni 90).

Nel rapporto l'Organizzazione Meteorologica Mondiale afferma che il riscaldamento globale sta contribuendo all'aumento di eventi meteorologici estremi che hanno causato il maggior numero di evacuazioni e migrazioni forzate degli ultimi 16 anni, hanno contribuito all'aggravarsi delle crisi alimentari e causato ingenti perdite economiche. Solo nel 2024 si sono verificati almeno 151 eventi meteorologici estremi «senza precedenti».

«Gli eventi estremi che 50-60 anni fa si verificavano ogni dieci anni, ora in dieci anni si verificano tre volte. E sono più intensi» spiega ancora Fuzzi. «Diventerà più difficile abitare in molte zone dell’Italia. Qui in Emilia Romagna si sta già iniziando a parlare di ricollocare le persone che vivono in aree impossibili da difendere dalle acque con opere ingegneristiche».

L'aumento delle temperature non comporta soltanto una maggiore frequenza di alluvioni e piogge torrenziali, ma anche l'innalzamento del mare. «Negli ultimi 100 anni il livello dei mari si è innalzato di circa 25 centimetri. Può sembrare poco ma significa che alcune isole del Pacifico stanno già scomparendo. A questi ritmi a fine secolo il Mose di Venezia, per esempio, diventerà inutile» aggiunge Fuzzi.
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Mario Tozzi
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Vecchio 25-03-2025, 15:50   #2414
sanpei
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Nel 2023, le emissioni dei gas serra in Italia segnano un -6,8% rispetto al 2022, per un totale di 385mln di tonnellate di CO2 equivalente. Un dato che porta a segnare una riduzione di oltre un quarto (-26%) rispetto ai livelli del 1990 grazie alla corsa alle rinnovabili, ma il settore dei trasporti, in particolare auto e mezzi pesanti, resta ancora critico e ben oltre la soglia. Tanto da portare l'Italia a superate i tetti europei anche nel 2023 (8.2MtCO2 eq), dopo averli gia' superati nel 2022 e nel 2021. Sono i dati dell'Ispra comunicati a Bruxelles.

Le emissioni prodotte dal settore dei trasporti, che da soli valgono il 28% del totale nazionale, derivano, infatti, per oltre il 90% dal trasporto stradale, che segna nel 2023 oltre il 7% in piu' di emissioni rispetto al 1990.

A contribuire per oltre la meta' delle emissioni nazionali di gas climalteranti sono, poi, produzione di energia (21%), residenziale (18%) e dell'industria manufatturiera (13%). E' proprio la riduzione del settore energetico, con l'aumentare delle rinnovabili, cui va la gran parte dei passi avanti delle industrie manifatturiere e delle costruzioni che nel 2023 riducono le proprie emissioni del -45,2% dal 1990. Cosi' come quelle provenienti dal settore delle stesse industrie energetiche, quasi dimezzate a -47,3% nel 2023, a fronte, per altro, di un aumento della produzione di energia totale e dei consumi di energia elettrica.
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Vecchio 30-03-2025, 10:43   #2415
Robby64
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Bravo Gelo. Concordo al 100x 100.
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