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Vecchio 19-06-2012, 17:22   #1
sanpei
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Ricordo lo scorso anno che Gigio postò la statistica del numero di massime over 35° negli ultimi 40-50 anni divisi per decadi. Ti sarei grato se potessi pubblicare questo interessantissimo dato diviso per anno e specificare a quale / quali stazioni si riferisce.
Sono convinto che questi numeri facciano capire meglio di qualsiasi trattato qual' è la deriva climatica che stiamo subendo negli ultimi anni e che nulla lascia presagire possa invertirsi o stabilizzarsi.
E un grazie preventivo a Gigio.
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Vecchio 19-06-2012, 18:40   #2
Gigiometeo
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Ricordo lo scorso anno che Gigio postò la statistica del numero di massime over 35° negli ultimi 40-50 anni divisi per decadi. Ti sarei grato se potessi pubblicare questo interessantissimo dato diviso per anno e specificare a quale / quali stazioni si riferisce.
Sono convinto che questi numeri facciano capire meglio di qualsiasi trattato qual' è la deriva climatica che stiamo subendo negli ultimi anni e che nulla lascia presagire possa invertirsi o stabilizzarsi.
E un grazie preventivo a Gigio.

Per Alfonsine la situazione è quella in allegato.
Immagini Allegate
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Vecchio 19-06-2012, 21:55   #3
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Davvero interessantissimo!

Quindi nell'ultimo decennio è lecito aspettarsi una decina di giornate over 35°... ma soprattutto due cose mi saltano all'occhio:
1. Ci sono molte annate senza giornate over 35°.
2. Il 2003 ne ha avute 37...
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Vecchio 19-06-2012, 23:28   #4
sanpei
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Grazie Gigio meglio di qualsiasi trattato di climatologia.
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Vecchio 19-06-2012, 23:50   #5
mindmusic
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Ma solo un cieco non se ne accorgerebbe

Ultimamente fare 35°C è diventato quasi una cosa scontata.
Quasi non ci si fa piu caso e questo la dice lunga....


Tra l'altro qua siam sempre i piu sfig***: quando fa caldo, al Nord siamo sempre noi i primatisti, non c'è paragone con nessun altra regione. Anche al centro fanno fatica ad eguagliare il caldo e l'afa emiliano romagnola.
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Vecchio 20-06-2012, 00:04   #6
mindmusic
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Anche se oggi questo articolo del buon Giuliacci mi ha messo di buonumore

ANTICICLONE AFRICANO SEMPRE PIÙ PRESENTE NELL'ESTATE MEDITERRANEA. PER QUALE MOTIVO?


Anticiclone delle Azzorre... Fino a pochi decenni fa, bastavano queste tre parole per capire che cosa si saremmo dovuti aspettare dalle condizioni atmosferiche durante la stagione estiva. Quando Bernacca e Baroni annunciavano in TV l'arrivo di questa figura barica, si sapeva che sarebbe arrivato il bel tempo, accompagnato da un caldo mai intenso, con le temperature che di notte avrebbero permesso un riposo tranquillo (minime sotto i 20 gradi) e che di giorno non ci avrebbero fatto boccheggiare (massime inferiori ai 33 gradi nelle pianure interne), anche grazie a venti di brezza particolarmente attivi lungo le coste. Un tipo di tempo che metteva d'accordo un po' tutti: da chi si godeva le ferie in riva al mare a chi, invece, era costretto a passare l'estate nelle metropoli. Per di più, di tanto in tanto, l'Anticiclone delle Azzorre lasciava spazio al passaggio di qualche perturbazione atlantica, con il peggioramento che si risolveva nell'arco appena delle 24 ore: passati i temporali, il tempo si ristabiliva rapidamente e cominciava un nuovo periodo all'insegna del sole.
Negli ultimi decenni, invece, questo magnifico "marchingegno atmosferico" studiato ad hoc per il bacino del Mediterraneo si è rotto ed ha cominciato a funzionare a strappi: il famoso Anticiclone delle Azzorre, infatti, è diventato sempre più restio ad invadere le nostre latitudini, facendo quindi venir meno il suolo ruolo primario, ovvero quello di fungere da scudo ed evitare così l'interazione tra le masse d'aria molto calde che stazionano sul deserto del Sahara e quelle più fresche presenti sul Nord Atlantico. Questa modifica della circolazione dell'atmosfera alle nostre latitudini è diventata particolarmente evidente a partire dagli ultimi vent'anni e, in modo particolare, dagli Anni Duemila, quando il posto che era dell'Anticiclone delle Azzorre è stato preso, sempre più frequentemente, dall'Anticiclone Nord Africano. Ci si può rendere conto del graduale cambiamento della circolazione osservando come, nel trentennio che va dal 1980 al 2010, sia stato proprio l'Anticiclone Nord Africano a irrobustirsi particolarmente durante la stagione estiva.
Le tre figure allegate mostrano, in sequenza, l'intensità media e l'estensione media dell'Anticiclone Nord Africano nei decenni 1981-1990 (fig. 1), 1991-2000 (fig. 2) e 2001-2010 (fig. 3): si può osservare come, proprio nelle estati del decennio appena trascorso, il caliente anticiclone si sia intensificato sul Nord Africa (fare riferimento all'area delimitata dalla linea gialla tratteggiata) e abbia maggiormente esteso la propria influenza al Mediterraneo centrale, causando così una risalita verso nord del flusso perturbato (si faccia riferimento alla linea nera tratteggiata). In effetti, per quanto riguarda l'Italia, è proprio negli Anni 2000 che cade per esempio l'estate più calda di sempre (quella del famigerato 2003) in cui su 40 località campione la soglia dei 34 gradi è stata superata 1075 volte, seguita a debita distanza dall'estate del 2006, in cui i superamenti di questa soglia sono stati 463.
Ma per quale motivo, negli Anni 2000, l'Anticiclone Nord Africano è stato così intenso? Essenzialmente per due fattori che, insieme, hanno fatto sì che ciò avvenisse: il primo è ricollegabile al fenomeno de El Niño, ovvero quell'anomalo riscaldamento delle acque dell'Oceano Pacifico ed il secondo, meno preponderante, è dovuto al Global Warming. Tra i tre eventi di Niño del decennio, quello più duraturo si è avuto tra il 2002 ed il 2005, seguito da quello dei bienni 2006-2007 e 2009-2010: in questi tre eventi, infatti, è stato notevole l'apporto di calore che la superficie oceanica ha rilasciato in atmosfera e che è andato a rinforzare proprio l'Anticiclone del Nord Africa. In secondo luogo, invece, il riscaldamento globale ha di fatto dilatato la cintura anticiclonica subtropicale, spostandola a latitudini più settentrionali.
Ma allora, negli prossimi anni, dovremmo avere a che fare con estati sempre più roventi? Probabilmente no, perché negli ultimi cinque anni sembra che la febbre del pianeta si sia leggermente abbassata e, di conseguenza, dovrebbe venir meno uno dei fattori che permetterebbero l'espansione dell'Anticiclone Nord Africano verso le nostre regioni così frequentemente. Dovremmo quindi assistere ad una nuova inversione di tendenza ed avere un graduale ritorno dell'Anticiclone delle Azzorre.

http://www.meteogiuliacci.it/articol...le-motivo.html

Magari avesse ragione
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Vecchio 20-06-2012, 11:20   #7
Gigiometeo
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Anche se oggi questo articolo del buon Giuliacci mi ha messo di buonumore

ANTICICLONE AFRICANO SEMPRE PIÙ PRESENTE NELL'ESTATE MEDITERRANEA. PER QUALE MOTIVO?


Anticiclone delle Azzorre... Fino a pochi decenni fa, bastavano queste tre parole per capire che cosa si saremmo dovuti aspettare dalle condizioni atmosferiche durante la stagione estiva. Quando Bernacca e Baroni annunciavano in TV l'arrivo di questa figura barica, si sapeva che sarebbe arrivato il bel tempo, accompagnato da un caldo mai intenso, con le temperature che di notte avrebbero permesso un riposo tranquillo (minime sotto i 20 gradi) e che di giorno non ci avrebbero fatto boccheggiare (massime inferiori ai 33 gradi nelle pianure interne), anche grazie a venti di brezza particolarmente attivi lungo le coste. Un tipo di tempo che metteva d'accordo un po' tutti: da chi si godeva le ferie in riva al mare a chi, invece, era costretto a passare l'estate nelle metropoli. Per di più, di tanto in tanto, l'Anticiclone delle Azzorre lasciava spazio al passaggio di qualche perturbazione atlantica, con il peggioramento che si risolveva nell'arco appena delle 24 ore: passati i temporali, il tempo si ristabiliva rapidamente e cominciava un nuovo periodo all'insegna del sole.
Negli ultimi decenni, invece, questo magnifico "marchingegno atmosferico" studiato ad hoc per il bacino del Mediterraneo si è rotto ed ha cominciato a funzionare a strappi: il famoso Anticiclone delle Azzorre, infatti, è diventato sempre più restio ad invadere le nostre latitudini, facendo quindi venir meno il suolo ruolo primario, ovvero quello di fungere da scudo ed evitare così l'interazione tra le masse d'aria molto calde che stazionano sul deserto del Sahara e quelle più fresche presenti sul Nord Atlantico. Questa modifica della circolazione dell'atmosfera alle nostre latitudini è diventata particolarmente evidente a partire dagli ultimi vent'anni e, in modo particolare, dagli Anni Duemila, quando il posto che era dell'Anticiclone delle Azzorre è stato preso, sempre più frequentemente, dall'Anticiclone Nord Africano. Ci si può rendere conto del graduale cambiamento della circolazione osservando come, nel trentennio che va dal 1980 al 2010, sia stato proprio l'Anticiclone Nord Africano a irrobustirsi particolarmente durante la stagione estiva.
Le tre figure allegate mostrano, in sequenza, l'intensità media e l'estensione media dell'Anticiclone Nord Africano nei decenni 1981-1990 (fig. 1), 1991-2000 (fig. 2) e 2001-2010 (fig. 3): si può osservare come, proprio nelle estati del decennio appena trascorso, il caliente anticiclone si sia intensificato sul Nord Africa (fare riferimento all'area delimitata dalla linea gialla tratteggiata) e abbia maggiormente esteso la propria influenza al Mediterraneo centrale, causando così una risalita verso nord del flusso perturbato (si faccia riferimento alla linea nera tratteggiata). In effetti, per quanto riguarda l'Italia, è proprio negli Anni 2000 che cade per esempio l'estate più calda di sempre (quella del famigerato 2003) in cui su 40 località campione la soglia dei 34 gradi è stata superata 1075 volte, seguita a debita distanza dall'estate del 2006, in cui i superamenti di questa soglia sono stati 463.
Ma per quale motivo, negli Anni 2000, l'Anticiclone Nord Africano è stato così intenso? Essenzialmente per due fattori che, insieme, hanno fatto sì che ciò avvenisse: il primo è ricollegabile al fenomeno de El Niño, ovvero quell'anomalo riscaldamento delle acque dell'Oceano Pacifico ed il secondo, meno preponderante, è dovuto al Global Warming. Tra i tre eventi di Niño del decennio, quello più duraturo si è avuto tra il 2002 ed il 2005, seguito da quello dei bienni 2006-2007 e 2009-2010: in questi tre eventi, infatti, è stato notevole l'apporto di calore che la superficie oceanica ha rilasciato in atmosfera e che è andato a rinforzare proprio l'Anticiclone del Nord Africa. In secondo luogo, invece, il riscaldamento globale ha di fatto dilatato la cintura anticiclonica subtropicale, spostandola a latitudini più settentrionali.
Ma allora, negli prossimi anni, dovremmo avere a che fare con estati sempre più roventi? Probabilmente no, perché negli ultimi cinque anni sembra che la febbre del pianeta si sia leggermente abbassata e, di conseguenza, dovrebbe venir meno uno dei fattori che permetterebbero l'espansione dell'Anticiclone Nord Africano verso le nostre regioni così frequentemente. Dovremmo quindi assistere ad una nuova inversione di tendenza ed avere un graduale ritorno dell'Anticiclone delle Azzorre.

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Magari avesse ragione
Non ho il pedigree del buon Mario, ma dal basso delle mie competenze sono molto meno possibilista in tal senso (parte grassettata)....
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Vecchio 20-06-2012, 11:36   #8
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quando rivedrò un estate sotto-media allora crederò che sia possibile vedere un'inversione di trend
cmq quella del 2006 io non la butterei via, la prima parte di Giugno e Agosto furono decisamente anomale rispetto al resto degli anni 2000 (e non stiamo parlando di 10 giorni come nel caso del Luglio scorso che è stato osannato, ma di ben più di un mese)
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Vecchio 20-06-2012, 12:03   #9
mindmusic
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Non ho il pedigree del buon Mario, ma dal basso delle mie competenze sono molto meno possibilista in tal senso (parte grassettata)....
Io di pedigree non ne ho proprio

So bene ahinoi che non sarà (probabilmente) come dice il buon Mario; certo è che leggerlo mi ha fatto sognare per 5 minuti mentre mi squagliavo in un treno senza aria condizionata ieri pomeriggio

PS: la tua visione a riguardo invece, in parole spicciole, Gigio?
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Vecchio 20-06-2012, 12:32   #10
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Io di pedigree non ne ho proprio

So bene ahinoi che non sarà (probabilmente) come dice il buon Mario; certo è che leggerlo mi ha fatto sognare per 5 minuti mentre mi squagliavo in un treno senza aria condizionata ieri pomeriggio

PS: la tua visione a riguardo invece, in parole spicciole, Gigio?
Non ho visioni particolari, anche se il trend termico estivo è di quelli spaventevoli se considerato rispetto alle peculiarità stagionali delle nostre lande. Il dubbio che coltivo è legato al fatto che se si cerca una correlazione tra l'andamento delle fasi di ENSO e la maggior o minor estensione verso latitudini più settentrionali degli anticicloni subtropicali di estrazione continentale non la si trova o comunque è di quelle molto (troppo) labili. Anche Mario nell'articolo non infonde certezze ma è solo possibilista; penso che pure per lui l'assunto rappresenti una convinzione al 30% ed una speranza al 70%...
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