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Vecchio 20-03-2022, 11:03   #1
massimo anzola
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Predefinito La Neve in Pianura Padana

Buondì. Ho finito di leggere il libro degli amici Randi, Ghiselli e Pifferetti sulla neve in Valpadana. Davvero un'opera monumentale e stupenda che non ha precedenti nella letteratura meteorologica italiana.O meglio, i precedenti ci sono e sono costituiti dai lavori di Lombroso e Quattrocchi sulla storia dell'Osservatorio Geofisico di Modena, con tanto di descrizione dei più grandi inverni a Modena e provincia e dal precedente lavoro di Randi e Ghiselli sui grandi inverni della Romagna e delle provincie di Bologna e Ferrara.Quest'ultimo libro non è certo una mera ripetizione del precedente: è ovvio che vengono menzionati anche gli inverni relazionati nel precedente libro, ma vengono aggiunti tutti i dati relativi al resto della pianura padana. Un lavoro completo, totale, perfetto, realizzato con un profondo e certosino lavoro sulle fonti, fonti costituite anche da un gruppo selezionato di osservatori amatoriali tra i quali figura (modestamente) anche il sottoscritto. Anche se dico cose scontate, da questa lettura salta fuori con molta evidenza l'enorme differenza fra i grandi inverni del XIX secolo (e di alcuni del XX secolo) e quelli attuali, che sembrano dei nani al cospetto di giganti. ma salta anche alla luce il potenziale dell'Emilia Romagna, come regione regina delle nevi . solo il basso Piemonte può reggere il confronto. Ovviamente la città n.1 è Cuneo, ma a dimostrazione di quanto conti la sua altezza sul livello del mare (non dimentichiamoci che è il capoluogo di provincia più alto del Nord e, se non vado errato, il quinto capoluogo di provincia più alto dei tutta Italia, superato solo da Enna, Potenza, L'Aquila e Campobasso), la vicina Bra, situata a ca. 250 m., quindi la metà o poco più di Cuneo, ha una nevosità pari alla metà o forse a un terzo di Cuneo (vado a memoria).
Fra le grandi città, inoltre Milano e sorprendentemente la stessa Torino risultano nettamente meno nevose dei capoluoghi emiliani (quelli sulla via Emilia).Penosa, poi, (e ovviamente lo sapevamo, ma il libro ne è una impietosa conferma) la situazione della pianura veneta e ancor di più friulana, che risultano talmente poco nevose da assomigliare di più a località del centro-sud non appenninico.Un'ultima curiosità riguardo il Veneto e il Friuli: Rovigo, che avrei pensato essere uno dei capoluoghi meno nevosi, in realtà è uno dei più nevosi di quelle due regioni, forse perché' è il più vicino a sua maestà la Regina delle Nevi, vale a dire l'Emilia Romagna
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massimo anzola è offline   Rispondi Con Citazione
Vecchio 20-03-2022, 20:03   #2
anni80
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Buondì. Ho finito di leggere il libro degli amici Randi, Ghiselli e Pifferetti sulla neve in Valpadana. Davvero un'opera monumentale e stupenda che non ha precedenti nella letteratura meteorologica italiana.O meglio, i precedenti ci sono e sono costituiti dai lavori di Lombroso e Quattrocchi sulla storia dell'Osservatorio Geofisico di Modena, con tanto di descrizione dei più grandi inverni a Modena e provincia e dal precedente lavoro di Randi e Ghiselli sui grandi inverni della Romagna e delle provincie di Bologna e Ferrara.Quest'ultimo libro non è certo una mera ripetizione del precedente: è ovvio che vengono menzionati anche gli inverni relazionati nel precedente libro, ma vengono aggiunti tutti i dati relativi al resto della pianura padana. Un lavoro completo, totale, perfetto, realizzato con un profondo e certosino lavoro sulle fonti, fonti costituite anche da un gruppo selezionato di osservatori amatoriali tra i quali figura (modestamente) anche il sottoscritto. Anche se dico cose scontate, da questa lettura salta fuori con molta evidenza l'enorme differenza fra i grandi inverni del XIX secolo (e di alcuni del XX secolo) e quelli attuali, che sembrano dei nani al cospetto di giganti. ma salta anche alla luce il potenziale dell'Emilia Romagna, come regione regina delle nevi . solo il basso Piemonte può reggere il confronto. Ovviamente la città n.1 è Cuneo, ma a dimostrazione di quanto conti la sua altezza sul livello del mare (non dimentichiamoci che è il capoluogo di provincia più alto del Nord e, se non vado errato, il quinto capoluogo di provincia più alto dei tutta Italia, superato solo da Enna, Potenza, L'Aquila e Campobasso), la vicina Bra, situata a ca. 250 m., quindi la metà o poco più di Cuneo, ha una nevosità pari alla metà o forse a un terzo di Cuneo (vado a memoria).
Fra le grandi città, inoltre Milano e sorprendentemente la stessa Torino risultano nettamente meno nevose dei capoluoghi emiliani (quelli sulla via Emilia).Penosa, poi, (e ovviamente lo sapevamo, ma il libro ne è una impietosa conferma) la situazione della pianura veneta e ancor di più friulana, che risultano talmente poco nevose da assomigliare di più a località del centro-sud non appenninico.Un'ultima curiosità riguardo il Veneto e il Friuli: Rovigo, che avrei pensato essere uno dei capoluoghi meno nevosi, in realtà è uno dei più nevosi di quelle due regioni, forse perché' è il più vicino a sua maestà la Regina delle Nevi, vale a dire l'Emilia Romagna
Le recensioni fatte da persone competenti come Massimo ripagano degli sforzi proferiti per completare questa elaborata opera. Grazie di cuore
anni80 è offline   Rispondi Con Citazione
Vecchio 20-03-2022, 20:30   #3
massimo anzola
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Grazie Roberto, il libro è veramente affascinante, una pietra miliare nella letteratura meteorologica italiana. Rinnovo i complimenti a te, a Gigio e a Marco
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