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Vecchio 09-08-2021, 08:11   #1401
sanpei
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Non è soltanto un problema climatico, l'inquinamento uccide in molti modi:

Il miglioramento della qualità dell'aria può ridurre la progressiva perdita delle capacità di ragionamento e memoria legata all'età. A indicarlo uno studio su donne anziane illustrato all'Alzheimer's Association International Conference (AAIC) 2021, appena conclusasi a Denver (Usa).

I ricercatori della University of Southern California hanno esaminato un gruppo di donne di età compresa tra 74 e 92 anni, negli Stati Uniti, che non avevano problemi cognitivi all'inizio dello studio. Le partecipanti sono state seguite dal 2008 al 2018 e ogni anno sono stati eseguiti test sulla funzione cognitiva, oltre a esser stati annotati gli indirizzi di casa per stimare i livelli di inquinamento legati al traffico. In generale, la qualità dell'aria è notevolmente migliorata nei 10 anni precedenti l'inizio dello studio e durante la media di sei anni di follow-up, le funzioni cognitive tendevano a diminuire con l'età delle donne, come previsto. Tuttavia, per le donne che vivono in luoghi con un livello del PM2,5 (particolato sottile) del 10% inferiore rispetto agli attuali standard della Environmental Protection Agency's (EPA) il rischio di demenza era diminuito del 14%. Per quelle che vivono in luoghi con NO2 (biossido di azoto, inquinanti legati alla combustione di carburante) del 10% inferiore agli standard il rischio di demenza era ridotto del 26%. Questi benefici sono stati osservati indipendentemente dall'età, dal livello di istruzione e dalla presenza di malattie cardiovascolari. "Sappiamo da tempo che l'inquinamento atmosferico è connesso con l'accumulo di amiloide nel cervello", ha affermato Claire Sexton, direttore dei programmi scientifici dell'Alzheimer's Association. "Ma ciò che ora stiamo vedendo è che il miglioramento della qualità dell'aria può ridurre il rischio di declino delle capacità cognitive. Questi dati dimostrano l'importanza delle politiche dei governi e delle imprese che affrontano la riduzione degli inquinanti atmosferici".
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“La negazione della complessità è l’inizio della tirannia”.

Jacob Burckhardt
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Vecchio 09-08-2021, 09:53   #1402
sanpei
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L’ondata di caldo e vento che sta colpendo il nord della California ha reso incontrollabile quello che attualmente è il terzo incendio più vasto della storia dello Stato costiero americano. Nella notte tra giovedì e venerdì la superficie in fiamme è arrivata a 1.751 chilometri quadrati, più di ogni altro incendio in corso negli Usa.
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Jacob Burckhardt
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Vecchio 09-08-2021, 15:38   #1403
sanpei
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Consiglio un'attenta lettura, specie per chi vuole comprare casa al mare ...

https://www.ilfattoquotidiano.it/202...sioni/6286760/
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“La negazione della complessità è l’inizio della tirannia”.

Jacob Burckhardt
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Vecchio 09-08-2021, 16:38   #1404
sergiog
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Personalmente starei più attento a queste notizie :
https://gripdetective.it/news/incend...it-gomme-fuoco
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Vecchio 10-08-2021, 09:43   #1405
sanpei
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NON CI SONO PIU' DUBBI, ORAMAI:

«È inequivocabile che l’influenza umana ha aumentato le temperature dell’atmosfera, degli oceani e della terra». Per la prima volta, i principali scienziati del clima parlano con certezza della responsabilità dell’attività umana per il surriscaldamento globale: ad affermarlo è il Comitato intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc), in un rapporto appena pubblicato. Il fenomeno non si fermerà, generando eventi climatici sempre più estremi, fino a quando non verranno fermate le emissioni di gas serra.
Il termometro sale sempre di più

Il rapporto di quasi 4mila pagine pubblicato lunedì 9 agosto è il lavoro di 234 scienziati di 66 nazionalità, sulla base di 14mila studi pubblicati. Le conclusioni sono state approvate dai delegati di 195 Paesi. L’Ipcc, il Comitato scientifico sul clima delle Nazioni Unite, suona un campanello d’allarme atteso, ma non per questo meno drammatico: già nei prossimi due decenni, le temperature medie si alzeranno di 1,5° Celsius, senza svolte drastiche per eliminare i gas serra, in particolare anidride carbonica ma anche metano. Salterebbe così l’obiettivo più ambizioso dell’accordo di Parigi del 2015. Ma anche la soglia dei 2 gradi è a rischio e «sarà superato durante il XXI secolo».

Il riscaldamento, ribadisce il rapporto, sta già accelerando l’innalzamento del livello del mare, riducendo il ghiaccio e inasprendo gli eventi estremi come ondate di calore, siccità, inondazioni e tempeste. Tutte tendenze destinate a peggiorare: le ondate di calore che si verificavano una volta ogni 50 anni, ora accadono ogni decennio, e se il mondo si riscalda di un altro grado, avverranno due volte ogni sette anni, afferma il rapporto.

Secondo l’Ipcc, gli effetti combinati dell’attività umana hanno già aumentato la temperatura media globale di circa 1,1 gradi rispetto alla media della fine del XIX secolo. Si stima che il contributo al riscaldamento globale di fattori naturali, come il sole e i vulcani, sia prossimo allo zero. In effetti, secondo il rapporto, gli esseri umani hanno scaricato abbastanza gas serra nell’atmosfera per riscaldare il pianeta di 1,5 gradi, ma l’inquinamento da particelle fini fornisce un effetto raffreddamento che maschera parte dell’impatto.

La relazione diretta tra CO2 e temperatura implica, tuttavia, che quando la concentrazione atmosferica di anidride carbonica smette di aumentare, anche il surriscaldamento lo farà. Da qui l’estrema urgenza di interventi tempestivi per la riduzione delle emissioni inquinanti.

«È ormai accertato che le attività dell’uomo hanno causato il riscaldamento del clima e che questo sta evolvendo in modo molto più rapido rispetto al passato a causa delle sempre crescenti emissioni antropiche di gas serra, principalmente CO2 e metano», spiega Sandro Fuzzi, ricercatore dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche e coautore del rapporto Ipcc. «Negli ultimi decenni - aggiunge Fuzzi - la temperatura della Terra è cresciuta a una velocità che non ha uguali negli ultimi 2mila anni. L’innalzamento del livello del mare nell’ultimo secolo è stato di 20 cm con una accelerazione nell’ultimo decennio di più del doppio rispetto al secolo scorso. L’estensione dei ghiacci dell’Artico ha raggiunto oggi il suo minimo rispetto agli ultimi mille anni e la frequenza e intensità di eventi estremi sono cresciute rapidamente negli ultimi decenni in ogni regione del globo».
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Jacob Burckhardt
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Vecchio 11-08-2021, 09:23   #1406
sanpei
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L’italiana Claudia Tebaldi, coautrice del sesto rapporto dell’Ipcc (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) e ricercatrice del Pacific Northwest National Lab, vive da tempo negli Usa, dov’è emigrata poco dopo la laurea in Statistica alla Bocconi e dove ha cominciato a lavorare, fra le prime al mondo, sulla quantificazione delle incertezze nei modelli climatici presso il National Center for Atmospheric Research di Boulder, in Colorado. È lì che ha incontrato il suo «mentore», Jerry Meehl, con cui ha firmato il primo studio scientifico sulle onde di calore nel futuro e sulla correlazione con il riscaldamento globale, pubblicato su Science nel 2004. Studio che andò lei stessa a «spiegare» al Senato americano.

Avevate già previsto tutto?
«Sì, avevamo previsto che questi eventi estremi sarebbero diventati più intensi, più frequenti, più lunghi».

Com’è possibile che un riscaldamento globale di 1,1°, come l’attuale, provochi impennate simili?
«Innanzitutto, è bene chiarire che certe regioni del pianeta si scaldano più della media, altre meno. Ad esempio, per 1° di riscaldamento globale, la superficie terrestre si riscalda di almeno 1,5° mentre l’oceano di circa 0,7°. E anche a livello terrestre, ci sono regioni che si riscaldano ad un tasso doppio, come le zone artiche, rispetto alla media. I modelli probabilistici dimostrano poi che con l’aumento medio delle temperature aumentano anche le probabilità di eventi estremi “caldi”».

La canicola è sempre esistita...
«Gli estremi esisterebbero anche senza il riscaldamento terrestre provocato dall’uomo, che però li rende più frequenti, probabili e lunghi».

Tutto ciò lo potete «vedere» nei modelli matematici?
«In questi due decenni, i modelli hanno subito dei progressi importanti. Agli inizi, erano utilizzati per ottenere risposte molto generiche e Paesi complessi come l’Italia non venivano neppure rappresentati. Con gli anni, le proiezioni sono diventate sempre più affidabili e dettagliate, anche a livello regionale e per fenomeni complessi».

Come saranno le future «heatwaves», onde di calore come quelle che quest’estate hanno colpito gli Usa e ora minacciano l’Europa?
«Il rapporto Ipcc calcola come sarà il giorno più caldo dell’anno e quello più freddo nelle diverse regioni del pianeta in base a tre diversi scenari: un riscaldamento di 1,5°, 2° o 4°C. Rispetto agli estremi di calore, abbiamo la certezza che il riscaldamento in sé peggiora la situazione, ma i dettagli dei fenomeni particolari, ad esempio l’onda di calore che arriverà adesso in Europa, sono influenzati anche dalla circolazione atmosferica che è molto più complessa da prevedere nel futuro».

La regione del Mediterraneo è a rischio?
«Purtroppo il bacino del Mediterraneo è sempre stato un hotspot, una parte del mondo in cui le proiezioni di siccità ad esempio sono molto consistenti e con essa tutti i problemi che state già sperimentando: ondate di calore, incendi, mancanza d’acqua».

Gli eventi estremi diventeranno la «nuova normalità»?
«Sicuramente dobbiamo adattarci. Non posso affermare che ogni estate futura sarà drammatica come questa, proprio perché gli eventi estremi sono soggetti ad aspetti aleatori. Ma è certo che ogni incremento del riscaldamento globale aumenta la loro probabilità e la loro frequenza. È già sotto i nostri occhi. Il cambiamento climatico non riguarda più soltanto il povero orso polare sul ghiaccio che si scioglie o le isolette del Pacifico che finiscono sott’acqua. Riguarda la nostra vita. Alcuni eventi sono così eccessivi — come i 40° a Seattle o a Vancouver un mese fa — che gli scienziati sono pronti a dire che senza il riscaldamento globale non si sarebbero verificati».

Eventi «reversibili»?
«Viaggiano in tandem con il riscaldamento globale. Se lo fermiamo o almeno limitiamo, ciò si rifletterà abbastanza rapidamente su questo tipo di fenomeni. Mentre per altri eventi, come lo scioglimento dei ghiacci o l’innalzamento dei mari, il risultato si vedrebbe soltanto dopo diversi decenni. D’altra parte si ipotizza che lo sviluppo tecnologico permetterà di riassorbire parte dei gas serra già concentrati in atmosfera e questo provocherebbe un raffreddamento globale e una minore probabilità di eventi estremi».
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Jacob Burckhardt
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Vecchio 12-08-2021, 16:14   #1407
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Consiglio un'attenta lettura, specie per chi vuole comprare casa al mare ...

https://www.ilfattoquotidiano.it/202...sioni/6286760/
Avevo stimato un aumento della intensità degli eventi estremi di un 10%. Nell'articolo c'è scritto 7% per ogni grado di riscaldamento:

Su scala globale, si prevede che gli eventi estremi di precipitazione giornaliera si intensificheranno di*circa il 7%*per ogni grado di riscaldamento globale.

Ho sbagliato di poco.
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Vecchio 12-08-2021, 17:03   #1408
Gigiometeo
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Avevo stimato un aumento della intensità degli eventi estremi di un 10%. Nell'articolo c'è scritto 7% per ogni grado di riscaldamento:

Su scala globale, si prevede che gli eventi estremi di precipitazione giornaliera si intensificheranno di*circa il 7%*per ogni grado di riscaldamento globale.

Ho sbagliato di poco.
è il giornalista che, come spesso accade, non ci ha capito una fava. Quell'incremento del 7% riguarda la maggiore quantità di acqua che è in grado di trattenere l'atmosfera aumentando di 1°C la sua temperatura (equazione di Clausius-Clapeyron); non c'entra nulla un aumento del 7% degli eventi di precipitazione estrema (affermazione che non avrebbe senso peraltro).
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Detesto la nazionale azzurra, però lo dico. Non me ne fotte nulla del Rwanda, però lo dico. Voi no, non ve ne fotte, ma non lo dite! Non sono eroico; me ne infischio di me stesso, del governo, della politica, del teatro..

C. Bene
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Vecchio 12-08-2021, 17:21   #1409
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è il giornalista che, come spesso accade, non ci ha capito una fava. Quell'incremento del 7% riguarda la maggiore quantità di acqua che è in grado di trattenere l'atmosfera aumentando di 1°C la sua temperatura (equazione di Clausius-Clapeyron); non c'entra nulla un aumento del 7% degli eventi di precipitazione estrema (affermazione che non avrebbe senso peraltro).
Ah ok.
Ma a parità di condizioni sinottiche, tipo un evento come il 2 settembre 1989 oppure 8 ottobre 1996, se accadesse ora che abbiamo quasi un grado in più nel mediterraneo, quanto sarebbe l'aumento delle precipitazioni in percentuale?
Eventi che sarei anche felice di rivedere presto...
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Vecchio 12-08-2021, 17:45   #1410
Gigiometeo
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Ah ok.
Ma a parità di condizioni sinottiche, tipo un evento come il 2 settembre 1989 oppure 8 ottobre 1996, se accadesse ora che abbiamo quasi un grado in più nel mediterraneo, quanto sarebbe l'aumento delle precipitazioni in percentuale?
Non è possibile dirlo perchè dovremmo replicare perfettamente quegli eventi (in massima parte di tipo convettivo) e anche con condizioni sinottiche identiche la convezione potrebbe rispondere in modo diverso (implicazioni alla mesoscala numerose). Più che cercare "quanto pioverebbe di più in percentuale", si deve cercare "quanti eventi estremi di precipitazione (EPE) in più accadono". Cosa sono gli EPE? Sono eventi in cui le precipitazioni (giornaliere, esaoriarie, triorarie), in almeno una delle unità dell’area di allertamento individuate in un determinato territorio, superano il 99° percentile rispetto alla distribuzione di riferimento climatico. Sono in aumento gli EPE? Sì, specie quelli sulle 1-3 massimo 6 ore (ci sono un sacco di lavori in merito); certamente lo fanno di più sui rilievi, ma anche le pianure non sono esenti, specie quelle prossime al mare. Dipende dalla maggiore capacità dell'atmosfera di trattenere acqua? Molto probabile. Non certo, molto probabile, e se uno ha tempo di elaborare un bel pò di radiosondaggi si rende conto del perchè.
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