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Vecchio 04-06-2010, 11:27   #1
Ivano53
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Sembra che l'Italia, e in primis l'Adriatico,sia molto conveniente per l'estrazione degli idrocarburi. Lo sostiene Greenpeace, in quanto le royalties da pagare allo stato sono del 4% e non del 30-50% come per altri paesi. Inoltre non si paga alcuna imposta per i primi 300.000 barili di petrolio all'anno:oltre 800 barili (o 50.000 litri) di petrolio gratis al giorno.Spiegato perchè ( dopo il disasto Bp e il divieto di trivellazioni in acque profonde) c'è un grande affannarsi attorno al petrolio Italiano ( seppur di scarsa qualità.) Le attività esplorative sono effettuate o richieste da imprese già note come Eni, Edison e Shell, ma anche ( e qui stà il grave) da imprese minuscole, anche con soli 10.000 euro di capitale sociale. In caso di incidente,pensate un pò voi quali potenti mezzi potrebbero dispiegare.
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Vecchio 04-06-2010, 11:51   #2
miki
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Le nostre royalties fanno ridere i polli in generale, dall'acqua minerale al petrolio ci facciamo letteralmente derubare delle nostre risorse naturali da sciacalli del capitalismo...
Basterebbe una cavolo di riformina accidenti...

Prendo uno stralcio da un articolo dal sito politicadomani.it:
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In Lombardia, mentre i produttori pagano l'acqua 0,001 centesimi di euro al litro, la Regione spende due milioni di euro l'anno per lo smaltimento delle bottiglie di plastica. Ancora più ridicoli sono gli ammontari delle concessioni per lo sfruttamento delle sorgenti e delle falde acquifere: meno di 500 euro l'anno per la Ferrarelle in Campania, circa 860 euro per la San Benedetto in Abruzzo, 60 euro per l'acqua Lete a Caserta. Alcune amministrazioni comunali che hanno provato a chiedere di più - un centesimo per ogni litro di acqua - si sono sentiti rispondere che l'aumento non è previsto nella legge Decreto Regio del 1927 che ancora regola la materia.
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Vecchio 04-06-2010, 11:56   #3
Cris
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In caso di "incidente" non resterebbe altro che cementare tutto l'Adriatico...Con un notevole beneficio contro la bora che in inverno distrugge i sogni nevofili ravennati...
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Vecchio 04-06-2010, 12:08   #4
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In caso di "incidente" non resterebbe altro che cementare tutto l'Adriatico...Con un notevole beneficio contro la bora che in inverno distrugge i sogni nevofili ravennati...
Questo è il vantaggio di avere un mare poco profondo, una bella cementata e via, risolti tutti i problemi, altro che Golfo del Messico
Concordo in pieno anche con quanto detto da Miki
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Vecchio 04-06-2010, 14:30   #5
stefanino-avapformig
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che i muresen tot quant....
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Vecchio 05-06-2010, 14:23   #6
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L'appennino Emiliano Romagnolo sembra essersi calmato, quando ecco tutto l'Adriatico da nord a sud comincia a sussultare con scosse abbastanza forti ( magnitudo 3.9.) I terremoti in mare,sembrano essere dovuti anche alle estrazioni di idrocarburi. Estraendo il fluido, si depresualizza lo strato "serbatoio" inducendo un processo di compattazione forzata che produce l'abbassamento della superficie (subdiscenza antropica) Ad esempio la costa lungo la provincia di Ravenna, a partire dagli anni 50 del secolo scorso e per circa un trentennio, fu sottoposta ad uno sfruttamento intensivo per l'estrazione di gas naturali (in terra e in mare) che determinarono un abbassamento del suolo di oltre 1 metro rispetto alla condizione attuale.Ora, con la corsa alle trivellazioni e con le richieste sempre più pressanti da parte delle compagnie petrolifere per ottenere nuove concessioni non vorrei che si aggiungessero altri disastri a quelli già fatti.
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Vecchio 05-06-2010, 17:13   #7
Cris
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L'appennino Emiliano Romagnolo sembra essersi calmato, quando ecco tutto l'Adriatico da nord a sud comincia a sussultare con scosse abbastanza forti ( magnitudo 3.9.) I terremoti in mare,sembrano essere dovuti anche alle estrazioni di idrocarburi. Estraendo il fluido, si depresualizza lo strato "serbatoio" inducendo un processo di compattazione forzata che produce l'abbassamento della superficie (subdiscenza antropica) Ad esempio la costa lungo la provincia di Ravenna, a partire dagli anni 50 del secolo scorso e per circa un trentennio, fu sottoposta ad uno sfruttamento intensivo per l'estrazione di gas naturali (in terra e in mare) che determinarono un abbassamento del suolo di oltre 1 metro rispetto alla condizione attuale.Ora, con la corsa alle trivellazioni e con le richieste sempre più pressanti da parte delle compagnie petrolifere per ottenere nuove concessioni non vorrei che si aggiungessero altri disastri a quelli già fatti.
Ma veramente??
Ma allora Ravenna deve aspettarsi uno tsunami??

Ai petrolieri trivellerei il B... del C...

Fati rob...un pè ad sugner...
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Vecchio 05-06-2010, 21:11   #8
Ivano53
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Ma veramente??
Ma allora Ravenna deve aspettarsi uno tsunami??

Ai petrolieri trivellerei il B... del C...

Fati rob...un pè ad sugner...
Non penso Cris si arrivi a tanto,(tsunami) ma la subdiscenza fa avanzare il cuneo salino, e anche nelle aree più arretrate innalza le quote delle falde freatiche,modificando le caratteristiche stesse del suolo, portando alla morte le coltivazioni( vedi moria dei pescheti nel Ravennate) e sconvolgendo l'intero sistema di bonifica e di gestione delle acque. Gli esperti affermano con certezza che gli effetti a lungo termine che si potranno verificare saranno devastanti per l'ambiente e che si potranno esplicare in una ripresa della subsidenza antropica e in una progressiva erosione dei litorali costieri. Non dobbiamo dimenticare le conseguenze catastrofiche causate dalla recente estrazione di acque metanifere nel territorio di Porto Tolle: difese idrauliche ridotte, erosioni, mareggiate. Non è trascorso molto tempo dal 1966, anno in cui Porto Tolle fu innondata. Il territorio si era abbassato e l'equilibrio idrogeologico era stato compromesso. Gli abitanti pagarono un grave dazio, chi estraeva acque metanifere no.
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Vecchio 19-06-2010, 18:50   #9
Ivano53
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Le 700 trivelle che bucano l'Italia, riparte la corsa all'oro nero.
é notizia di qualche giorno fa, che sono state approvate nuove perforazioni per mettere le mani su cento milioni di tonnellate custoditi nel nostro sottosuolo. Arrivano dal Canada e dall'Australia, dall'Irlanda e dall'Inghilterra, ma soprattutto dagli Stati Uniti. Nei fatti, quello cui si sta assistendo,è l'assalto delle compagnie, in particolare piccole e medio-piccole. I petrolieri hanno presentato richieste per ogni angolo del nostro paese.Ma non eravamo la terra del sole e delle città d'arte, del mare e delle montagne? E i grandi vini? E l'agroalimentare di alta qualità? Ha senso"vendere" all'estero un'immagine del Paese e poi inseguire obiettivi industriali che a molti sembrano un salto nel passato? Oggi, si può fare tutto. Ombrelloni in spiaggia con le piattaforme che si stagliano a poche miglia dalla costa. Si possono coltivare vigneti doc mentre nella stessa zona si depura il greggio dallo zolfo in impianti chiamati sobriamente "centro oli". Si possono pubblicizzare i parchi e, contestualmente, cercare nuovi giacimenti al limite, ma a volte anche dentro,le riserve naturali.Ora, sembra montare la protesta di sindaci, agricoltori, pescatori, e il fronte del no al petrolio ha raggiunto punte di rivolta popolare. Ma i petrolieri, e le loro trivelle, non si fermano.
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Vecchio 20-06-2010, 12:20   #10
manu 88
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dove hai preso questo interessante articolo?
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