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Vecchio 05-11-2023, 14:44   #1
campaz
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Temporale Confronto e considerazioni piena fiume Santerno 16/17 maggio vs 3 novembre

livello idrometri a partire da monte:
Firenzuola:
16 maggio 3,5m
3 novembre 6,19m
Borgo Tossignano:
16 maggio 2,49m
3 novembre 2,61m
Codrignano:
16 maggio 1,64m
3 novembre 1,72m
Imola:
16 maggio 3,82m
3 novembre 4,10m
Mordano:
17 maggio >14,36m
3 novembre 12,46m
Sant Agata:
17 maggio >14,86m
3 novembre 12,19m

Precipitazioni:
Tratto toscano:
16/17 maggio 100/150mm in 36 ore
3 novembre quasi 200mm in 6 ore
Collina Romagnola:
16/17 maggio circa 200mm in 36 ore
3 novembre 100/150mm in 6 ore
Fine bacino verso Imola:
16/17 maggio 100/150mm in 36 ore
3 novembre circa 50mm in 6 ore.

Come precipitazioni nella media del suo bacino non c'è molta differenza siccome in questo 3 novembre la parte toscana ha accumulato più del 16/17maggio, ma le precipitazioni sono cadute in sole 6 ore, per questo motivo, specialmente in Toscana, l'idrometro di Firenzuola ha segnato una onda di piena molto superiore al 16 maggio, ma grazie alla minor pioggia caduta nella collina Romagnola e in particolar modo verso il fondo valle ha fatto sì che la piena da Imola passasse si superiore a quella del 16/17 maggio, ma di soli 28cm.
Poi a questo punto inizia il tratto artificiale arginato, e praticamente siamo a fine bacino, da notare come una piena passata da Imola di 28 cm maggiore rispetto a maggio sia poi passata da Mordano e Sant'Agata con oltre 2 metri di avanzo d'argine, mentre a maggio è tracimato in più punti per diversi km da Mordano fino a Ca' Di Lugo con rotte in più punti.
La differenza sostanziale credo l'abbia fatta la super pulizia di questa estate di tutto il tratto arginato permettendo all'acqua di correre più veloce e alzarsi meno in altezza, dando così maggior portata al fiume.
Senza nulla togliere al fatto che una piena lunghissima come quella di maggio faccia si che in parte il livello vada a sovrapporsi in pianura, mentre una piena breve tende poi a stendersi... ma un avanzo di oltre 2 metri di argine sono comunque tanti.
La pulizia mi è sembrata fondamentale.
Gli alberi avrebbero una sua utilità esternamente all'argine in caso di tracimazione in modo da rallentare la velocità d'uscita e trattenere l'argine, ma non devono esserci ostacoli all'interno dell'alveo di pianura, l'acqua deve arrivare al mare nel più breve tempo possibile per accumularsi e alzarsi di livello il meno possibile.
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Vecchio 05-11-2023, 18:48   #2
campaz
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Chiedo scusa, per sbaglio sono partite 2 discussioni pressoché identiche, non so come si faccia ad eliminarne una, chi ha possibilità riesce a farlo?
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Vecchio 06-11-2023, 00:05   #3
leoniluc
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Interessante raffronto, ma secondo me il fatto che è stata una onda di piena molto più veloce, ha inciso nel calo del livello dopo imola. Dove il fiume perde pendenza e quindi vocita cioè dopo imola, avere avuto un apporto di acqua da monte ben più scarso rispetto a maggio dove la piena è durata molto piu a lungo ha fatto si che il livello dopo imola non si sia alzato come a maggio.
Altro elemento fondamentale il vento che a maggio si opponeva al deflusso verso il mare, in questi giorni invece abbiamo sempre avuto garbino e quindi vento concorde al flusso del fiume. Poi certamente un alveo pulito ha certamente aiutato.
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Vecchio 06-11-2023, 06:10   #4
campaz
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Si, la lunghezza della piena sicuramente incide, specialmente se ci sono casse d'espansione dopo Imola, che in caso di piena breve riescono ad avere efficacia, perché possono togliere acqua per tutta la durata del colmo di piena, mentre in caso di piene molto lunghe come a maggio, si riempiono quando il colmo di piena è ancora al suo massimo, per cui perdono di efficacia.
Ma non so quanta cassa d'espansione ci sia dopo Imola.
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Vecchio 06-11-2023, 06:27   #5
geloneve
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A mio avviso ha avuto più importanza, nel determinare un innalzamento importante dopo Imola, la durata della piena. Ovviamente, anche la pulizia dei fiumi ha la sua importanza.

Però, è solo una mia idea...
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Vecchio 06-11-2023, 07:35   #6
sanpei
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Jacob Burckhardt
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Vecchio 06-11-2023, 07:40   #7
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A mio avviso ha avuto più importanza, nel determinare un innalzamento importante dopo Imola, la durata della piena. Ovviamente, anche la pulizia dei fiumi ha la sua importanza.

Però, è solo una mia idea...
Si, sicuramente, pure io credo che la lunghezza della piena abbia molta importanza, ma notavo che la piena del 3 novembre, partita dalla Toscana a livelli assurdi, doppiando quella di maggio a Firenzuola, ha poi avuto una forte distensione fino a Borgo Tossignano dove è arrivata con livelli poco superiori a quella di maggio, poi, stranamente, da lì fino a Imola, ha mantenuto un livello sempre superiore a quella di maggio, nonostante raccogliesse sempre meno acqua dai suoi affluenti rispetto a maggio, dopo Imola invece, il colmo di piena ha avuto, per fortuna, una forte distensione.
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Vecchio 07-11-2023, 06:42   #8
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Probabilmente è quasi impossibile rispondere a questo quesito.

Vento, rain rate, accumuli totali, stato dei fiumi, detriti trascinati dentro ai fiumi, tipologia di terreno...troppe le variabili non calcolabili...

Però, una cosa che ho notato quella notte (ero andato a Casola a vedere la situazione) è l'enorme ammasso di tronchi che vedevo nel Senio, cosa che non avevo visto nell'alluvione di maggio (probabilmente tronchi tagliati durante le operazioni di pulizia del fiume e trascinate dentro al fiume stesso dalla pioggia): anche quello ha contribuito molto ad un decorso anomalo della piena.
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Vecchio 18-11-2023, 17:05   #9
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ccorre ridare spazio ai fiumi in modo significativo e quindi concepire un sistema di difesa diverso, limitare il sistema arginale in altezza per evitare gravi danni da rotture, integrare e modificare l’uso del suolo e attività produttive in ampi spazi di destinazione fluviale”: a sei mesi dall'alluvione che ha travolto la Romagna a chiedere un approccio diverso da quello finora seguito - vale a dire “chiudere” i fiumi entro argini – è l'ordine dei Geologi, per bocca di Paride Antolini, presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna.


A sei mesi dall’alluvione di maggio che considerazioni possiamo trarre? “Al netto dei ristori previsti dal Governo, siamo in grado di modificare il nostro comportamento, le nostre abitudini? Abbiamo ormai capito che riuscire a pianificare il nostro territorio è un compito assai complesso – continua Antolini - , su un territorio molto vasto e diversificato; servono studi, indagini, modellazioni, interventi con opere, rinaturalizzazioni, e alla fine del percorso ci accorgeremo che non saremo riusciti a raggiungere, in tempi brevi, gli obiettivi desiderati. La manutenzione e la ricostruzione periodica delle opere richiedono risorse ingentissime, ricordiamo che in Emilia-Romagna abbiamo 3.000 km di arginature”.

Radicale l'alternativa proposta da Antolini, che è quella di non fondarsi più solo “sul cosiddetto approccio ingegneristico, utilizzato in tutte le Regioni indipendentemente dal colore politico, che intendeva gestire il territorio attraverso arginature, difese spondali, briglie, opere in genere, che ci ha portato ad un sistema della gestione fluviale e territoriale costoso e inadeguato. Continuare su questa strada guardando gli eventi che si susseguono, gli ultimi in Toscana, Lombardia, Veneto, Friuli, non ci rassicura per nulla. Se non siamo in grado di fronteggiare gli attuali problemi, l’attuale rischio, come potremo fronteggiare i cambiamenti climatici che i meteorologi ci prospettano?”
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Jacob Burckhardt
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Vecchio 28-11-2023, 17:54   #10
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Beh, di certo se partivano già dall'inizio arginando i fiumi lasciando un alveo molto più largo sarebbe stata una gran bella cosa, allora si che si poteva pensare anche a un bel parco fluviale verde e rigoglioso... ma purtroppo i nostri nonni hanno pensato di arginare stretto per guadagnare più terra coltivabile possibile.
Ma ormai gli argini sono li, è impossibile pensare di allargare il tutto, si può solo cercare di fare qualche cassa d'espansione e gestire l'alveo nel miglior modo possibile...
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