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Vecchio 30-10-2013, 22:43   #1
marco dv
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Predefinito Inverni dal 1400 al 1700

Senza citare la fonte ho trovato questi articoli erano 3 articoli che ho unito
Anticipazione, il primo giugno 1491 nevicò abbondantemente a Bologna con oltre 30cm stimati di accumulo, vero che in 400 anni può succedere di tutto ma anche....


1400

Il brusco raffreddamento del clima che caratterizzò il periodo tra il 1450 ed il 1850 prende il nome di Piccola Era Glaciale ed interessò soprattutto l'emisfero boreale.

Naturalmente non c'erano i termometri e la nutrita schiera di stazioni meteorologiche pronte a registrare ogni dato di quelle stagioni tanto fredde, ma a parlare sono naturalmente gli scritti e i dipinti.

Uno degli inverni più crudi di cui si ha testimonianza nel 1400 è quello del 1407-1408, in cui i ghiacci polari pare si siano spinti sin nel nord della Scozia e il Tamigi a Londra gelò per ben 14 settimane consecutive. Persino in Valpadana il freddo si manifestò in modo eccezionalmente intenso, arrivando a registrare temperature probabilmente prossime ai -30°C, con tanti morti per assideramento anche nelle case, naturalmente gelate all'inverosimile.

La circolazione atmosferica dominante in quegli inverni probabilmente era caratterizzata dalla presenza dell'anticiclone russo-siberiano, che spingeva da est verso ovest un freddo pellicolare davvero estremo, favorendo la formazione di depressioni in ambito mediterraneo, che davano luogo a nevicate estese anche sulle zone costiere.

Un altro inverno particolarmente rigido fu quello del 1431-1432, con il Polo gelato per oltre 2 mesi e la Laguna di Venezia utilizzata per trasportare carri via mare (gelato) da Mestre a Venezia. Notevole e preziosa la documentazione che riguarda il nord Italia relativa anche all'inverno del 1448-49, che parla di nevicate copiose e di altezza della neve anche prossima ai 2 metri.

La serie degli inverni freddi proseguì anche negli anni successivi, specie dal 1455 in avanti, quando ogni anno gelavano per gran parte del gennaio e del febbraio tutti i fiumi del settentrione. Da notare in Francia l'invernata terribile del 1468-69, con il vino che ghiacciò nelle botti. Altro inverno terribile fu quello del 1481-82 in Valpadana, raccontato come nevoso all'inverosimile, soprattutto nel mese di febbraio.

Nemmeno 10 anni dopo ecco rigelare la Laguna Veneta stabilmente, così come Arno e Po. Grande nevicata a Venezia con ben 12 giorni di fiocchi pressochè senza sosta. Addirittura il primo giugno 1491 nevicò abbondantemente a Bologna con oltre 30cm stimati di accumulo e nella stagione successiva nel 1492-93 Firenze rimase paralizzata per settimane dalla neve. Infine nell'inverno del 1493-94 gelò il porto di Genova.

1500 e 1600

C'è da dire che, a cavallo tra la fine del 1400 e l'inizio del 500 il clima si addolcì leggermente, ma si trattò solo di una breve tregua, perchè già dalla stagione 1505-1506 il freddo non diede nuovamente scampo all'Europa.
Si hanno peraltro notizie di una storica nevicata sul nord Italia nella stagione invernale 1510-1511, ma il freddo e le nevicate si manifestarono a più riprese sul nostro Paese anche negli inverni del 1514-1515 e nel 1522-1523.
Si associa a questa sequenza notevole di inverni caratterizzati da temperature sensibilmente basse, la fase di quiescenza dell'attività solare, coincisa con il minimo di Spoerer.

Negli anni successivi invece il sole risultò particolarmente attivo e di conseguenza anche le stagioni invernali risultarono più clementi, anzi addirittura miti in certe stagioni, specie nel decennio tra il 30 ed il 40 del 1500. Si trovano scritti in cui si dipinge quel periodo come siccitoso e particolarmente mite, ad eccezione di qualche annata isolata come quella del 1547-1548, in cui si racconta che fosse gelato addirittura il Lago di Garda, che si trascinò sino al 1560, quando il clima invernale cominciò nuovamente ad irrigidirsi sull'insieme del Continente, con il famoso picco del 1564-1565.

Da quell'anno in poi, non solo l'inverno risultò più freddo, ma anche tutto il resto dell'anno, con Groenlandia ed Islanda costantemente prigioniere dei ghiacci.
Fece freddissimo poi anche nel 1568-69 e nell'anno successivo, quando la città di Torino fu ricoperta da ben 200cm di neve. Nell'inverno del 1572-73 gelò anche il porto di Marsiglia. Anche l'ultimo ventennio del 500 risultò particolarmente freddo, ma l'illusione arrivò con il 1600, che presentò un inverno mitissimo in tutta Europa: il 1606-07, subito seguito però da una stagione invernale terribile, che verrà ricodato come il più freddo del 17° secolo. Tanta la neve che cadde nel Veneto e in Emilia, con tetti crollati sotto il peso della coltre bianca.

L'inverno poi andò a concentrarsi soprattutto sulle Isole Britanniche, dove il Tamigi gelò a più riprese. Fra gli inverni più freddi della prima fase del 600 comunque si ricordano quello del 13-14, quello del 34-35, del 1648-49, quello celebre del 51-52, con il Baltico gelato non solo d'inverno ma per quasi tutto l'anno, il 55-56 più freddo che nevoso, il 57-58 con copiose nevicate a Londra, il 66-67 con Senna gelata per alcune settimane e il 71-72 con grande freddo in Olanda.

L'ultima fase del 600 fu caratterizzata da inverni molto crudi, addirittura si ha notizia di nevicate straordinarie in Val Padana a Torino: ben 144 nevicate tra il 75 e l'81.

Nell'inverno del 1683-84 l'Inghilterra fu colpita da un gelo storico con il Tamigi gelato per 3 mesi e dove si effettuò la più grande fiera mai tenutasi, la cosiddetta "Fiera sul Ghiaccio". Consueto lo schema barico con l'anticiclone russo siberiano disteso sino all'Europa occidentale, ciclogenesi mediterranea e per contrasto tanta neve anche su Roma. Dopo una pausa, anche gli inverni dal 1691 al 1695 risultarono molto freddi.

Nel corso di questo secolo, i ghiacciai alpini raggiunsero la loro massima estensione e alcuni villaggi della Savoia e del Tirolo furono travolti dall'avanzata delle lingue glaciali.

1700

Con il 1700 si può approntare una prima rete di rilevamento dati, sebbene molto rudimentali e non propriamente precisi. E' da ascrivere a questo secolo l'invernata più fredda in assoluto dell'epoca moderna e contemporanea, quella del 1708-09, anche se in realtà si potrebbe parlare di super gennaio, visto che fu proprio quello il mese in assoluto con il freddo più estremo e quel primato resiste ancora oggi, con temperature che pensate a Berlino sfiorarono anche i -30°C, con molte minime sotto i -25°C.

Pensate che per la prima ed unica volta nella sua storia gelò interamente anche il Lago di Garda. Lo schema barico è quello ben conosciuto per assicurare questi tipi di freddo: era presente l'anticiclone russo-siberiano in grande spolvero. Da segnalare anche -23°C a Parigi, i porti di Marsiglia, Genova e Venezia gelati, morirono moltissime piante di ulivo, vigneti ed agrumi.

A Venezia si toccarono - 17.5°C ed anche la Valpadana conobbe diverse punte sotto i -20°C con tanta neve; fiocchi che caddero anche su Roma e Napoli. Il freddo colpì sino in luglio, quando si segnalò una spruzzata di neve in Baviera sino in pianura.

Gli inverni successivi risultarono meno crudi, ma nel 15-16 tornò a nevicare abbondantemente su Roma; la relativa tregua durò sino al 39-40 per rivedere in azione il Generale Inverno in modo altrettanto severo. Si tennero molte fiere del ghiaccio sul Tamigi a Londra, che fece segnare una temperatura record di -22,0 °C. Berlino registrò un bimestre gennaio-febbraio con una temperatura media di -7,9 °C, fra le più basse di sempre.

Come dimenticare poi il famoso inverno bianco del 1744 in Sicilia con quasi mezzo metro di neve a Palermo, che da allora non ha più assistito a nulla di lontanamente simile. Altro inverno freddo il 1766-67, in particolar modo il mese di gennaio; da quest'invernata in poi, ricomincia un nuovo periodo di frequente freddo intenso invernale, che si protrarrà fino alla fine della Piccola Era Glaciale; dopo una relativa pausa ad inizio Settecento, si segnala infatti una nuova avanzata dei ghiacciai alpini verso quote più basse di quelle consuete. Tra gli inverni più freddi ecco il 75-76, l'83-84 e l'84-85.

Da notare anche il dicembre 1788, dove a Londra la temperatura crollò fino a -21 °C già a fine novembre, anche a Parigi si misurò lo stesso valore; in Italia il gelo e la neve arrivarono a raggiungere i massimi effetti alla fine di dicembre, ove nevicò a Roma per 4 giorni, e a Napoli, fra il 28 e il 30 del mese, si ebbe un'abbondantissima nevicata (circa 40 cm al porto).

Freddissimo risultò anche il gennaio 1795, e nell'Europa centro-orientale, anche l'inverno 1798-1799.
marco dv è offline   Rispondi Con Citazione
Vecchio 01-11-2013, 09:12   #2
RG62
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Messaggi: 2.049
Predefinito

Grazie marco dv per il tuo post, molto interessante.

Figuriamoci se gli eventi sopra elencati fossero successi ai nostri giorni, dati in pasto ai giornalisti di oggi che vivono di sensazionalismo e catastrofismo, che cosa sarebbe venuto fuori per l'opinionre pubblica.

Figuriamoci il prossimo inverno il Tamigi gelato e calpestabile per mesi, o andare col carro da Mestre a Venezia...

Oggi, che per aumenti di temperature medie di zero virgola (aumenti poi rispetto a quando: 40, 50, 100 anni fa?) si parla di GW come la prossima causa dell'estinzione dell'umanità...
RG62 è offline   Rispondi Con Citazione
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