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Vecchio 11-10-2023, 01:36   #2241
sanpei
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Il clima sta cambiando a un ritmo mai visto in 40 anni — dicono i responsabili agroalimentare di Legacoop Romagna, Stefano Patrizi e Federico Morgagni —. L’agricoltura si trova a fronteggiare sfide mai viste e crescenti a causa di questa evoluzione climatica. Con stagioni sempre più calde ed eventi estremi in aumento, come alluvioni, trombe d’aria, grandinate e gelate tardive, la resilienza delle coltivazioni e delle aziende è sotto pressione e gli investimenti necessari per fronteggiare il riscaldamento globale non sono alla portata di tutti».
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“La negazione della complessità è l’inizio della tirannia”.

Jacob Burckhardt
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Vecchio 11-10-2023, 20:24   #2242
matteore
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https://www.ilfattoquotidiano.it/202...-zero/7320337/


Gli “spaventosi” dati dell’Arpa Valle d’Aosta: “Sul ghiacciaio del Cervino temperatura sotto zero una volta da agosto a oggi”

Da fine agosto fino a oggi, sul versante meridionale del Cervino, a quota 3.100 metri, la temperatura è scesa sotto lo zero termico solo una volta per 18 ore. E le temperature medie degli ultimi quindici giorni hanno fatto registrare numeri estivi, con una minima attorno ai 5 gradi e le massime attorno ai 10. In una zona in cui insiste un ghiacciaio.

Lo ha reso noto l’Arpa Valle d’Aosta con un thread su X al quale ha allegato i grafici delle misurazioni effettuate: “Il calcolo delle anomalie delle temperature del permafrost a Cime Bianche e sul Cervino (parete ovest) – sottolinea l’Agenzia regionale per la protezione ambientale – indicano condizioni spaventosamente sopra la media, condizioni mai registrate dall’inizio del monitoraggio”, avvenuto nel 2005.

L’Arpa aveva spiegato come presso la centralina di “monitoraggio del permafrost di Cime Bianche, a 3100 metri sul versante meridionale del Cervino” la temperatura dell’aria tra il 31 agosto ed il 10 ottobre “è scesa sotto lo zero solamente 1 volta, per 18 ore tra il 22 e 23 settembre”. Quindi aveva ricapitolato le temperature notturne e le massime giornaliere, sottolineando: “Con queste condizioni i ghiacciai in alta montagna continuano a fondere quando normalmente dovrebbero già essere coperti dalla neve autunnale. Il periodo di fusione si è allungato”.
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Vecchio 12-10-2023, 07:07   #2243
sanpei
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Ben 77 paesi nel mondo hanno registrato il loro settembre più caldo da quando registrano le temperature. Un fenomeno globale al momento inspiegabile ed inquietante.
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Jacob Burckhardt
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Vecchio 12-10-2023, 20:35   #2244
Alex86a
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Che disastro, almeno se le precipitazioni aumentassero per compensare l'anomalia, invece non sembra proprio che ciò avvenga, anzi tenderanno a diminuire anche loro!
Avremo suoli sempre meno umidi...
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Vecchio 13-10-2023, 13:07   #2245
Peval
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Ben 77 paesi nel mondo hanno registrato il loro settembre più caldo da quando registrano le temperature. Un fenomeno globale al momento inspiegabile ed inquietante.
avrei qualcosa da ridire, ovvero che é molto piú facile spiegare un'anomalia di temperatura distribuita uniformemente su tutto il globo piuttosto che quelle localizzate. La termodinamica ci dice che per un'atmosfera a riposo la temperatura di equilibrio dipende dall'assorbanza/emittanza e quindi dalla concentrazione di gas serra ed é una legge deterministica....poi arriva la dinamica, che invece é deterministica ma caotica, che scombussola tutto e fa si che alcuni luoghi del pianeta si riscaldino piú di altri o alcuni addirittura si raffreddino temporaneamente.... per cui per assurdo questo mese di settembre é quando di piú semplice da spiegare
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Vecchio 15-10-2023, 13:49   #2246
Alex86a
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https://it.euronews.com/2023/10/12/i...sati-da-questo

Articolo interessante che spiega la correlazione tra cambiamenti climatici e ciclo dell'acqua...
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Vecchio 15-10-2023, 14:16   #2247
campaz
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Originariamente Scritto da Alex86a Visualizza Messaggio
https://it.euronews.com/2023/10/12/i...sati-da-questo

Articolo interessante che spiega la correlazione tra cambiamenti climatici e ciclo dell'acqua...
L'articolo prende in considerazione un popolo inerme che muore di sete mentre sta seduto sulla riva del fiume guardando il suo prosciugare. La realtà è che l'uomo nel frattempo si è evoluto tecnologicamente e se vuole sa costruire opere di difesa per contrastare siccità e alluvioni. Come ha sempre fatto dai tempi dei tempi, ora ha a disposizione macchine che lo aiutano nel lavoro. Mentre un tempo doveva fare tutto con la sola forza delle braccia.
Che è poi il motivo dell'aumento demografico senza precedenti dell'ultimo secolo
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Vecchio 21-10-2023, 06:42   #2248
sanpei
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Ieri, 20 ottobre in Ungheria raggiunti i 30.3 °C, mai dall'inizio delle rilevazioni si erano registrati 30 °C così tardivi. Il precedente record è stato battuto di ben 2 settimane. Numerosi record di caldo osservati in Austria
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Jacob Burckhardt
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Vecchio 21-10-2023, 06:45   #2249
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WORLD CLIMATIC HISTORY BEING REWRITTEN

We are breaking thresholds of what was though being possible for this time of the year

45.9C Casa Colorada MEXICO
46.4C/115.5F Matam SENEGAL

We are at unprecedented heat levels for this time of the year in the whole Northern Hemisphere
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Jacob Burckhardt
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Vecchio 22-10-2023, 10:15   #2250
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https://www.ilfattoquotidiano.it/202...rdian/7329379/

"Spinta dall’attività di lobbying dei maggiori produttori di carne, sia Stati sia privati, l’agenzia Onu che si occupa di alimentazione ha sabotato e insabbiato i tentativi di tracciare un legame tra allevamento di bestiame, emissioni di metano e riscaldamento globale. L’incredibile accusa nei confronti della Fao è arrivata da alcuni ex funzionari dell’organizzazione: gli stessi che nel 2006 scrissero il primo documento che calcolava i costi ecologici del bestiame e dei latticini. Proprio da quel momento, secondo le accuse, partì un’intensa attività negazionista della Fao, tra documenti rinviati, passaggi riscritti, relazioni insabbiate e reti di ricerca sabotate. Attività negazionista, andata avanti per più di un decennio, secondo una ricostruzione del Guardian, che ha intervistato una ventina tra ex e attuali funzionari.

Tutto è cominciato dopo il 2006, secondo quanto scrive il giornale britannico. A quei tempi la questione del cambiamento climatico si stava imponendo nel dibattito e nell’agenda internazionale, ma fino ad allora il settore primario era in parte riuscito a sfuggire dai riflettori. Fino a quell’anno, quando fu redatto il Livestock’s Long Shadow, lo storico documento che per la prima volta quantificava l’impatto ambientale causato dalla carne e dai latticini. Il rapporto attribuì agli allevamenti di bestiame, soprattutto quelli di bovini, circa il 18% delle emissioni globali di gas serra. Dal momento della pubblicazione lo studio ebbe grande risonanza e fu seguito da un’ondata di documentari, tra cui Meat the Truth e Cowspiracy, ma al contempo generò una valanga di critiche da parte dell’industria della carne, che aveva sempre visto nella Fao un alleato affidabile.

La Fao fu fondata nel 1945 con il compito di porre fine alla fame e migliorare la nutrizione aumentando la produzione agricola: il risultato, si legge sul Guardian, è stato che l’agenzia è finita più a rappresentare l’industria che non ad esaminarla. Pur consapevoli di questo, il piccolo gruppo di ricercatori nel 2006 ritenne comunque che fosse giunto il momento di approfondire la questione. E tuttavia, nessuno di loro era preparato alla tempesta che si sarebbe scatenata.

Secondo ex esperti della Fao, cominciò una vigorosa campagna di boicottaggio, andata avanti almeno fino al 2019. Ad esempio, nel 2009 la Fao ritardò di diversi mesi la pubblicazione di un secondo rapporto, intitolato Livestock in the Balance. Dopodiché, gli alti funzionari dell’agenzia riscrissero e “ammorbidirono” i passaggi chiave di un altro rapporto sul tema, e arrivarono a “seppellire” completamente un ulteriore documento, Agriculture at the Crossroads, uno studio Iaastd co-sponsorizzato dalla Fao che definiva il bestiame come “probabilmente la più grande fonte settoriale di inquinamento idrico“.

Per di più, quel 18% di emissioni causate dal bestiame – la cifra fissata dal rapporto del 2006 – fu in seguito rivisto al ribasso: prima al 14.5%, con un documento del 2013 intitolato Tackling Climate Change Emissions, e poi all’11.2%, con il nuovo modello Gleam 3.0. Il tutto mentre altri studi scientifici non legati alla Fao rivedevano invece al rialzo quella percentuale: intorno al 20%, oppure tra il 16.5% e il 28.1%. Secondo Anne Mottet, funzionario della Fao responsabile dello sviluppo del bestiame, i cambiamenti nelle cifre dipendevano esclusivamente dalle migliori pratiche e metodologie adottate dall’agenzia, che poteva accedere a dati e strumenti più sofisticati.

La reazione della Fao coinvolse direttamente anche i funzionari più critici, alcuni dei quali furono esclusi dalle riunioni dell’agenzia. Interessante quanto dichiarato da Hans R. Herren, principale autore di Agriculture at the Crossroads e vincitore del World Food Prize. Herren ha descritto “l’enorme pressione” per non pubblicare il documento, pressione esercitata da paesi come Stati Uniti e Australia. “Quando sono stato invitato a tenere un discorso alla plenaria della Fao, l’organizzatore mi ha detto: ‘Sei libero di parlare ma non puoi menzionare il rapporto Iaastd’. Non ha spiegato il motivo, ma credo che fosse perché il rapporto raccomandava una trasformazione del sistema alimentare che non era in linea con ciò che avevano in mente alcuni dei principali paesi sostenitori della Fao”.

Insomma, “i lobbisti ovviamente sono riusciti a influenzare la situazione”, ha dichiarato uno degli ex funzionari coinvolti nella vicenda. “Hanno avuto un forte impatto sul modo in cui venivano fatte le cose alla Fao e c’era molta censura. Far passare i documenti prodotti oltre l’ufficio per le comunicazioni aziendali era sempre una dura lotta e bisognava respingere una buona dose di vandalismo editoriale“. Un altro ex funzionario ha invece parlato di “notevole pressione interna”, con conseguenze sulla carriera per il personale che aveva lavorato al rapporto. “Non era proprio un ambiente sano in cui lavorare”. Anche perché, come ha sottolineato Herren, “la Fao, come la maggior parte delle agenzie, dipende da fondi esterni”, il che è “un modo per esercitare pressione”.

E ancora, Henning Steinfeld, capo dell’unità di analisi del bestiame della Fao, ha riferito di incontri tra diplomatici e lobby della carne da un lato, e alti dirigenti della Fao dall’altro lato, incontri in cui i primi incoraggiavano i secondi a non investire in lavori sull’impatto ambientale. Le pressioni provenivano sia dai paesi produttori – come Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay, Australia e Stati Uniti – sia dal “settore privato, i produttori di carne su larga scala, i produttori di mangimi e latticini”. Steinfeld ricorda inoltre di aver sentito lamentele come “la Fao è caduta nelle mani di attivisti vegani”, oltre a minacce personali come “le persone anti-bestiame sono una piaga che deve essere sradicata”.

Ciò che emerge dall’inchiesta del Guardian è quindi un’attività di lobbying sulla Fao paragonabile a quella dei giganti del petrolio e del gas sulla politica energetica. E come i colossi dell’energia sono stati spesso accusati di negare il ruolo dei combustibili fossili nel riscaldamento globale, così pare aver fatto la Fao con riferimento agli allevamenti di bestiame. Per il momento la Fao e diversi lobbisti dell’industria di carne e latticini si sono rifiutati di commentare"
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