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Vecchio 09-10-2021, 09:19   #1461
scarpasot
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https://www.adnkronos.com/monito-del...XnUoMbrBV8jhtv
bellissimo discorso di parisi in occasione della vincita del Nobel, che cita anche Bob Kennedy che nel 68 era già avanti anni luce

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me scurès dedsà, me scurès dedlà, quand'a pas per al cèinter ed curès
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Vecchio 11-10-2021, 11:43   #1462
sanpei
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Il clima della Terra e i suoi ecosistemi stanno cambiando e in futuro la vita dell'uomo sarà sempre più a rischio. Il riscaldamento globale che stiamo mettendo in atto infatti non sarà una crisi temporanea. Avrà conseguenze a lungo termine e durerà per centinaia di anni. Già ora, nonostante i governi abbiano messo in atto delle azioni, c'è il rischio di spingerci oltre al limite di 1,5 °C previsto dagli accordi di Parigi e anche se li mantenessimo, secondo alcune proiezioni, i gradi di rialzo diventeranno 3,6 nel 2200. Il 2100, l'anno che viene fissato dai modelli climatici dell'Ipcc potrebbe rappresentare una visione troppo stretta. Il tempo non finisce lì e, a meno che il Sole non si spenga prima, il Pianeta continuerà ad esistere e, in teoria, anche noi. Alla fine di questo secolo si raggiungerà solo un picco, non una fine.


Lo studio di un team internazionale, al quale hanno partecipato ricercatori delle università McGill del, Quebec, Canada, Oxford, Leeds e New York, ha indagato su quanto potrebbe succedere, in base ai vari scenari previsti dall'Ipcc, oltre la data fissata dagli esperti climatici, ovvero nel 2500.

Il World Climate Research Programme, un programma internazionale che aiuta a coordinare la ricerca globale sul clima, ha effettuato previsioni per il 2300 ma non vengono studiati i cambiamenti della terra utilizzabile, le temperature, i cambiamenti agricoli, la disponibilità di acqua potabile.

I ricercatori americani, canadesi e inglesi hanno invece provato a fare predizioni climatiche che si spingono 200 anni oltre in base ai tre scenari Ipcc: Rcp 2,6, che prevede un taglio netto e l'aumento di 2.2 °C, Rcp 4,5, con riduzioni consistenti e un aumento di 2-3 °C e RCP 6, che prevede riduzioni blande e un aumento di 3-4 °C. Le hanno poi tradotte in immagini che mostrano come potrebbe cambiare il panorama. I luoghi prescelti sono il Midwest amercano, il granaio del mondo, la foresta Amazzonica, il sub continente indiano, una delle zone più popolate della Terra.

Nel Midwest, che ora è caratterizzato da inverni freddi ed estati calde, la monocultura di cerealipotrebbe essere sostituita da piante subtropicali come gli ananas. Nel bacino amazzonico la foresta sarà degradata o assente a causa dello stress idrico. In India il calore estremo renderà difficile lavorare all'aperto e saranno necessari dei vestiti protettivi, o droni e macchinari che sostituiscano l'uomo.

Su tutto il Pianeta la vegetazione cambierà e la produzione agricola si ridurrà. I livelli del mare continueranno ad alzarsi anche dopo la stabilizzazione, a causa dell'accumulo di calore nei fondali oceanici. Sarà anche necessario organizzare una diversa mobilità umana dovuta alle migrazioni che si verificheranno dalle regioni meno abitabili.

La prima vittima sarà proprio l'uomo. Le ondate di calore saranno fatali quando le temperature andranno oltre i 35 gradi per oltre 6 ore. La stima è stata effettuata tramite lo Universal Thermal Climate Index, un parametro che verifica i collegamenti tra ambiente e benessere umano in base anche all'umidità, alla radiazione solare, al vento. Già ora sono sottoposti a questo fenomeno l'India e gli Usa meridionali, ma entro la fine del secolo anche il Mediterraneo si troverà in questa situazione e Africa, Amazzonia. Penisola Araba, Asia meridionale e nord Australia avranno il 50 per cento in più di episodi di stress da calore.

Il calore eccessivo creerà problemi anche a molte infrastrutture da cui dipendiamo, come elettricità, trasporti, agricoltura. Le piante saranno meno produttive, si dovranno adattare, dovranno essere delocalizzate e sarà necessario convertire altri tipi di terre alle coltivazioni. I territori dove crescono le 10 colture principali, cassava, mais, patata, riso, sorgo, soia, patta dolce, taro, grano e igname, si ridurranno. Avverranno spostamenti verso Nord, ma le aree coltivabili si ridurranno del 14,9% per le essenze tropicali e del 18,3% per quelle delle fasce temperate.
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Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono molto sicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi.
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Vecchio 11-10-2021, 18:17   #1463
RG62
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Il clima della Terra e i suoi ecosistemi stanno cambiando e in futuro la vita dell'uomo sarà sempre più a rischio. Il riscaldamento globale che stiamo mettendo in atto infatti non sarà una crisi temporanea. Avrà conseguenze a lungo termine e durerà per centinaia di anni. Già ora, nonostante i governi abbiano messo in atto delle azioni, c'è il rischio di spingerci oltre al limite di 1,5 °C previsto dagli accordi di Parigi e anche se li mantenessimo, secondo alcune proiezioni, i gradi di rialzo diventeranno 3,6 nel 2200. Il 2100, l'anno che viene fissato dai modelli climatici dell'Ipcc potrebbe rappresentare una visione troppo stretta. Il tempo non finisce lì e, a meno che il Sole non si spenga prima, il Pianeta continuerà ad esistere e, in teoria, anche noi. Alla fine di questo secolo si raggiungerà solo un picco, non una fine.


Lo studio di un team internazionale, al quale hanno partecipato ricercatori delle università McGill del, Quebec, Canada, Oxford, Leeds e New York, ha indagato su quanto potrebbe succedere, in base ai vari scenari previsti dall'Ipcc, oltre la data fissata dagli esperti climatici, ovvero nel 2500.

Il World Climate Research Programme, un programma internazionale che aiuta a coordinare la ricerca globale sul clima, ha effettuato previsioni per il 2300 ma non vengono studiati i cambiamenti della terra utilizzabile, le temperature, i cambiamenti agricoli, la disponibilità di acqua potabile.

I ricercatori americani, canadesi e inglesi hanno invece provato a fare predizioni climatiche che si spingono 200 anni oltre in base ai tre scenari Ipcc: Rcp 2,6, che prevede un taglio netto e l'aumento di 2.2 °C, Rcp 4,5, con riduzioni consistenti e un aumento di 2-3 °C e RCP 6, che prevede riduzioni blande e un aumento di 3-4 °C. Le hanno poi tradotte in immagini che mostrano come potrebbe cambiare il panorama. I luoghi prescelti sono il Midwest amercano, il granaio del mondo, la foresta Amazzonica, il sub continente indiano, una delle zone più popolate della Terra.

Nel Midwest, che ora è caratterizzato da inverni freddi ed estati calde, la monocultura di cerealipotrebbe essere sostituita da piante subtropicali come gli ananas. Nel bacino amazzonico la foresta sarà degradata o assente a causa dello stress idrico. In India il calore estremo renderà difficile lavorare all'aperto e saranno necessari dei vestiti protettivi, o droni e macchinari che sostituiscano l'uomo.

Su tutto il Pianeta la vegetazione cambierà e la produzione agricola si ridurrà. I livelli del mare continueranno ad alzarsi anche dopo la stabilizzazione, a causa dell'accumulo di calore nei fondali oceanici. Sarà anche necessario organizzare una diversa mobilità umana dovuta alle migrazioni che si verificheranno dalle regioni meno abitabili.

La prima vittima sarà proprio l'uomo. Le ondate di calore saranno fatali quando le temperature andranno oltre i 35 gradi per oltre 6 ore. La stima è stata effettuata tramite lo Universal Thermal Climate Index, un parametro che verifica i collegamenti tra ambiente e benessere umano in base anche all'umidità, alla radiazione solare, al vento. Già ora sono sottoposti a questo fenomeno l'India e gli Usa meridionali, ma entro la fine del secolo anche il Mediterraneo si troverà in questa situazione e Africa, Amazzonia. Penisola Araba, Asia meridionale e nord Australia avranno il 50 per cento in più di episodi di stress da calore.

Il calore eccessivo creerà problemi anche a molte infrastrutture da cui dipendiamo, come elettricità, trasporti, agricoltura. Le piante saranno meno produttive, si dovranno adattare, dovranno essere delocalizzate e sarà necessario convertire altri tipi di terre alle coltivazioni. I territori dove crescono le 10 colture principali, cassava, mais, patata, riso, sorgo, soia, patta dolce, taro, grano e igname, si ridurranno. Avverranno spostamenti verso Nord, ma le aree coltivabili si ridurranno del 14,9% per le essenze tropicali e del 18,3% per quelle delle fasce temperate.

Suggestivi scenari di fantascenza ma mi pare un'analisi poco scientifica...

Molta teoria, possibile tutto ed il suo contrario.

Mi ha stupito soprattuto questo passaggio: "Il 2100, l'anno che viene fissato dai modelli climatici dell'Ipcc (...) Il tempo non finisce lì e, a meno che il Sole non si spenga prima, il Pianeta continuerà ad esistere (...)"

A scuola mi hanno insegnato che il Sole è considerato in un periodo stabile della sua vita e che questo durerà per circa 5 miliardi di anni... Per cui il 2100 è assolutamente insignificante rispetto ad una possibile drastica modifica dell'attività solare.
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Vecchio 21-10-2021, 11:43   #1464
sanpei
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La domanda di petrolio raggiungerà il suo picco entro il 2025, anni prima del previsto, ammette anche l’International Energy Agency nel suo ultimo World Energy Outlook, anticipato di qualche settimana per arrivare in tempo alla Cop26. Il direttore dell’Agenzia Fatih Birol ha ammonito, però, che bisogna triplicare gli investimenti nelle energie rinnovabili per colmare il divario tra domanda e offerta, ora così estremo da provocare l’impennata dei prezzi. «C’è una campagna di falsità in corso, con cui si sostiene che stiamo assistendo alla prima crisi causata dalla transizione all’energia pulita, ma questo non è assolutamente vero», ha spiegato Birol. I motivi salienti di questo rimbalzo dei prezzi sono legati alla ripresa post-pandemica, sostiene il rapporto, e «non sono legati agli sforzi per passare all’energia pulita». Anzi, Birol ha osservato che per coprire il divario causato dal calo della produzione di combustibili fossili, bisogna investire in politiche sul lato della domanda: auto elettriche, solare, eolico, idrogeno».

Il rapporto afferma che a livello globale saranno necessari 4mila miliardi di dollari da investire ogni anno in progetti e infrastrutture di energia pulita fino al 2030 per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C e che gli attuali impegni nazionali di riduzione delle emissioni sono insufficienti per raggiungere questi obiettivi. In ogni caso, anche se i governi non assumeranno ulteriori impegni, ora la Iea prevede un picco della domanda di petrolio attorno al 2025 a 97 milioni di barili al giorno e un calo a 77 milioni di barili entro il 2050. Una previsione ben lontana da quella dell’anno scorso, quando l’Agenzia aveva stimato una domanda di petrolio a 104 milioni di barili al giorno nel 2040.
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Vecchio 27-10-2021, 10:43   #1465
sanpei
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cosa sta succedendo in un’isola in cui in estate le temperature avevano sfiorato i 50 gradi?

l’oceanografo Antonio Navarra:

«La Sicilia mostra già segni evidenti di una realtà significativamente mutata. Studiamo con attenzione i “Medicane”, gli uragani locali che nascono nello Ionio occidentale e anche se sono quattro volte più piccoli nel loro vortice ciclonico rispetto a quelli tropicali e con aspetti diversi, sono molto intensi e portano precipitazioni violente sulle coste dell’isola e della Calabria. Il Mediterraneo ha cambiato il suo volto? Certamente: i cambiamenti climatici sono già visibili e misurabili con effetti moltiplicatori nei territori colpiti. E la Sicilia è al centro di questi mutamenti».
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Vecchio 27-10-2021, 13:42   #1466
Graupel
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cosa sta succedendo in un’isola in cui in estate le temperature avevano sfiorato i 50 gradi?

l’oceanografo Antonio Navarra:

«La Sicilia mostra già segni evidenti di una realtà significativamente mutata. Studiamo con attenzione i “Medicane”, gli uragani locali che nascono nello Ionio occidentale e anche se sono quattro volte più piccoli nel loro vortice ciclonico rispetto a quelli tropicali e con aspetti diversi, sono molto intensi e portano precipitazioni violente sulle coste dell’isola e della Calabria. Il Mediterraneo ha cambiato il suo volto? Certamente: i cambiamenti climatici sono già visibili e misurabili con effetti moltiplicatori nei territori colpiti. E la Sicilia è al centro di questi mutamenti».
Se ho capito bene, in una mezza giornata sono caduti 120 mm di pioggia a Catania. Metà della media annuale. Così ha detto il capo Protezione Civile Sicilia alla radio. Impressionante.
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Vecchio 27-10-2021, 19:56   #1467
sanpei
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In alcune zone oltre 400 mm in meno di 72 ore ...ma non è vero che siano in aumento i fenomeni estremi ...dopo i 48 gradi estivi...
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Vecchio 27-10-2021, 21:22   #1468
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La scienza è fatta anche di numeri, quindi di quanto sono in aumento i cicloni mediterranei? Cosa ci dicono gli studi? Prima di gridare alla solita catastrofe di eventi mai accaduti nel passato, non sarebbe meglio fare una ricerca numerica sulla questione???
Aumento ok, ma di quanto?
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Vecchio 27-10-2021, 22:10   #1469
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Ecco le conclusioni di un accurato rapporto dell'ISPRA:

Al fine di individuare la presenza e valutare l’entità di variazioni degli estremi climatici in Italia nell’ultimo
mezzo secolo, sono state costruite le serie temporali degli indici di estremi “moderati” di temperatura e
precipitazione definiti dall’ETCCDI.
Le serie degli indici sono state sottoposte ai test statistici di riconoscimento e stima dei trend e i risultati sono
stati presentati in termini di valori puntuali del rateo di variazione e di grafici che mostrano l’andamento medio
in Italia di ciascun indice dal 1961 al 2012.
Praticamente tutti gli indici degli estremi di temperatura mostrano una tendenza al riscaldamento, con variazioni
che in molti casi sono statisticamente significative. I trend associati all’aumento degli estremi di caldo sono in
genere più marcati di quelli associati alla riduzione degli estremi di freddo. I trend lineari degli indici di
temperatura sono stati stimati in modo indipendente negli intervalli di tempo 1961-2012 e 1981-2012. A
conferma di quanto emerso in precedenti stime dei trend della temperatura media, i ratei di variazione
nell’intervallo 1981-2012 sono quasi tutti maggiori di quello 1961-2012, e l’andamento delle serie indica che la
fase di riscaldamento più significativa ha avuto inizio tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80.
Per quanto riguarda gli estremi di precipitazione, invece, i risultati non indicano con chiarezza tendenze
all’aumento o alla riduzione degli indici. Rispetto a quelli di temperatura, i trend degli indici di precipitazione
hanno una minore coerenza spaziale e mostrano trend più deboli e statisticamente significativi in un numero
limitato di stazioni. Per tenere conto della maggiore variabilità spaziale, quando possibile, l’analisi della
variabilità è stata svolta separatamente per l’Italia settentrionale, centrale e meridionale. Tra le poche tendenze
statisticamente significative, due indici (R95 e SDII) indicano un debole aumento delle precipitazioni intense al
Sud e sulle Isole. Nel valutare i risultati relativi agli estremi di precipitazione va comunque considerato il
numero abbastanza limitato di stazioni di misura per le quali è stato possibile determinare con sufficiente
accuratezza e completezza le serie degli indici.
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Vecchio 27-10-2021, 22:49   #1470
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https://www.google.com/url?sa=t&sour...7MXQcwC-IF75bw
Questo il link completo, dove si arriva alla conclusione che ho postato sopra.
Cioè nessun aumento significativo delle precipitazioni estreme giornaliere, nel rapporto si dice che i risultati non indicano con chiarezza una tendenza all'aumento degli estremi di precipitazione.
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