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Vecchio 27-03-2021, 11:57   #192
Martin MB
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Originariamente Scritto da enry2003 Visualizza Messaggio
ma cosa c'entra sta risposta ? perchè non è equilibrato ?? poi cosa centra l altitudine ??
certo che ho confrontato le 60-90 toscane con gli ultimi 30 anni di faenza
non crescevano gli ulivi in toscana tra gli anni 60 e 90 ??
ho fatto sto confronto proprio per far vedere che il clima toscano di qualche anno fa è moolto simile al nostro attuale della fascia pedecollinare
l altitudine non centra niente, i posti che ti ho detto sono tutti coltivati con l ulivo
siena ha 2-8 https://it.wikipedia.org/wiki/Stazio...niversit%C3%A0
scusa poggibonsi ho scritto 0...era 0.7..azz che errore

stazione meteo arpa in collina tra borgonuovo e calderino, 275 m, media 91-19:
dicembre: 2.1-7.9
gennaio: 1.3-7.4
febbraio: 2.4-9.5

faenza reda, pianura, 91-19:
dicembre: 0.8-8
gennaio: 0.1-7.3
febbraio: 0.5-10.2

mulazzano, rimini, 200 metri , 91-19:
dicembre: 2.8-9.3
gennaio: 1.6-8.4
febbraio: 2.4-10

pienza, 500m, zona coltivata con ulivo, media 60-90
dicembre: 3.2-10.2
gennaio: 1.3-8.3
febbraio: 1.4-9.1

a me sembra che negli ultimi anni tutta la fascia pedecollinare emiliano-romagnola si sia avvicinata mooolto al clima del centro italia: qualche bordata fredda ogni 3-4 anni in un contesto generalmente molto mite, si salvano solo le basse pianure grazie alle inversioni.
poi anche le valli toscane o in umbra raggiungono e scendono sotto i -10 ogni tanto ma ciò non impedisce di coltivare l'ulivo direi, per esempio anche grosseto e la maremma ogni 5-10 anni raggiungono temperature sotto i -7 anche -10, ma l'ulivo è coltivato senza problemi sia in pianura che collina.
Come cosa c’entra l’altitudine Vabbè, a parte questo, capisco il tuo punto; intendi che dato che le medie 61-90 toscane sono simili alle nostre dell’ultimo trentennio, ora anche noi siamo zona adatta alla coltivazione dell’olivo. Posso dirti che purtroppo può anche essere così, però ci sono altri fattori da tenere in considerazione: la pluviometria da noi è alquanto diversa da quella Toscana; allorquando lì hanno un massimo invernale, cosa amata dall’olivo per la sua predilezione di climi mediterranei, da noi in inverno c’è un minimo pluviometrico, quasi uguale a quello estivo. Le precipitazioni estive da noi sono tendenzialmente maggiori che in Toscana, seppur non elevatissime, ma quello è dovuto alla nostra particolare orografia e non certo a una mediterraneità del clima, altrimenti in inverno pioverebbe quanto nel Centro Italia. Non c’è dubbio che le medie 91-19 (che in realtà sono sono 91-15 se controlli bene, perché l’arpa ha scritto 91-19 nelle opzioni, ma le tabelle sono sempre quelle 91-15) delle zone della nostra regione che hai inserito sono paurose, incrementi davvero sensibili delle temperature. Però c’è anche da dire che hai selezionato alcune delle zone più “calde” dell’intera regione, basta pensare che la zona di pianura tra Forlì e Cesena è quella con temperatura media annua più elevata dell’intero territorio regionale. Per esempio, la media 91-15 per il mio comune, che è di bassa collina, è di -0.2/7.0; valori immensamente più bassi persino delle medie 61-90 delle zone toscane da te citate. Quindi chiaro che le zone più miti della nostra regione siano adatte, mi viene da dire sfortunatamente visto il sensibile aumento delle temperature, alle coltivazioni di olivo; ma se ci mettiamo a fare lo stesso ragionamento per le zone della Toscana con le nuove medie, hai idea di che valori avranno? Credo che nessuna zona sotto gli 800-900 metri di quota in Toscana con la media 91-15 si salvi da medie massime sensibilmente superiori ai 10 gradi e medie minime ben lontane dagli 1-2-3 gradi del 61-90, per il mese di Gennaio. Dunque possono cominciare a coltivare banani in Toscana perché magari ora hanno le stesse medie che alcune coste tirreniche meridionali avevano nel trentennio 61-90? Può essere, ma il punto che vorrei fare è che se a ogni aumento di temperatura che permetta la coltivazione di una nuova specie si comincia a coltivarla, non si fa che “aiutare” il cambiamento climatico, procedendo con un inserimento di piante di climi più caldi in zone che hanno ancora vegetazione spontanea di climi più freschi. Basti pensare all’alloro: poiché la gente lo pianta nei giardini, dall’inizio del GW ha cominciato a colonizzare i boschetti vicini a questi giardini, allordove, se non fosse stato introdotto, non sarebbe mai arrivato. Poi vabbè che rimangono piantine di pochi metri (anzi, cm) quelle in bosco, il che indica che il clima non è ancora adatto a tale specie. Però è un rischio introdurre come se nulla fosse specie di climi più caldi in concomitanza con un periodo di riscaldamento globale.
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