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Originariamente Scritto da Peval
comunque, tornando alla domanda di prima: chiaro che quello che succede al suolo è subordinato a quello che succede in alta troposfera, dove jet stream e Rossby waves decidono quello che succede più in basso. Tuttavia alla mesoscala e nella bassa e media troposfera l'aria fredda preesistente su europa orientale e russia fornisce effettivamente una barriera al flusso zonale atlantico, che poi non è altro che il fronte caldo associato al ciclone extratropicale sul nord atlantico. Ciò influisce sulla velocità del fronte caldo, che viene rallentato fin quasi a diventare stazionario, per poi divenire occluso grazie al fronte freddo che incombe subito dietro (gfs pannelli intorno alle 60 ore). Ora è chiaro che chi determina la dinamica del ciclone è il trough in alta troposfera che è sul nord atlantico: quello se ne sta fermo lì dov'è senza traslare verso est, per cui la regione dove avvengono i moti ascendenti (e quindi dove se ne sta il centro di bassa pressione) se ne sta ferma li anche lei, ma i fronti ad esso associata (in particolare il fronte caldo) risentono della situazione preesistente. Questo è il tipico caso di frontogenesi da "deformation flow" dove il flusso zonale impatta contro aria fredda preesistente, rallentando, deviando la sua traiettoria, il tutto mentre il gradiente orizzontale di temperatura aumenta (per questo il fronte viene detto in frontogenesi). Se la massa d'aria preesistente fosse stata meno fredda afremmo avuto un fronte caldo più debole, più veloce e in grado di traslare più verso est prima di divenire occluso ed estinguersi.
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Riassumendo al massimo: il fronte viene rallentato dall'aria fredda nei bassi strati ma allo stesso tempo grazie al fatto che il ciclone, da cui è stato generato, è rimasto fermo in atlantico se no avrebbe cmq sfondato più a est. Giusto?