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Vecchio 29-03-2012, 14:31   #1
Cris
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Predefinito I disastri naturali saranno la norma

I disastri naturali saranno la norma, dobbiamo abituarci a conviverci e mettere in atto le precauzioni necessarie”: la dichiarazione, che assomiglia a una condanna, viene da una commissione Onu formata da un gruppo di scienziati che si occupa di cambiamenti climatici. Scienziati, non profeti di sventura o adepti di qualche setta Maya. Il loro rapporto, pubblicato mercoledì 28 marzo, descrive un globo tormentato, con sistematica frequenza, da cicloni tropicali, ondate di calore insostenibili, inondazioni, siccità. Diluvi e isole che scompaiono dall’oggi al domani andranno messe nel computo statistico annuale. Da Mumbai a Miami non si salva nessuno, ogni angolo della Terra è interessato: le conseguenze più drammatiche saranno però a carico delle regioni più povere e densamente popolate. Dal 1988, anno dell’insediamento della Commissione Intergovernativa sui Cambiamenti Climatici, si è assistito al lento ma inesorabile aumento delle temperature e dell’innalzamento degli oceani. Quello era il focus, quella la sfida da vincere. I risultati sono stati mortificanti. Obiettivo primario, in questo momento, è capire, analizzare i comportamenti estremi del tempo, che negli ultimi anni producono danni con una media annuale di 80 miliardi di dollari. Le quasi 600 pagine del rapporto Onu mette in guardia dall’aumento di scala dei disastri naturali, una combinazione di cambiamenti climatici indotti dall’uomo, dalle variazioni demografiche improvvise e dalla povertà. “Global warming”, riscaldamento globale, è stata finora l’espressione che si era imposta per descrivere il fenomeno. “Global weirding”, impazzimento (stranezza bizzaria) globale, la sostituirà. Sostiene Thomas Friedman, giornalista del New York Times accreditato per aver inventato la locuzione e che invece concede la paternità a Hunter Lovins del Rock Mountains Institute, che “l’espressione si fa preferire perché l’innalzamento delle temperature conduce a tutte le variabili possibili di eventi assurdi, dai picchi di calore sempre più arroventati, alle gelate di segno opposto sempre più intense da qualche parte sulla Terra, alle tempeste sempre più violente, alle foreste che vanno a fuoco, alle specie animali che vanno estinguendosi da qualche altra parte. Mondo bizzarro, dunque, dichiara Chris Field, uno degli scienziati coinvolti nel rapporto. “Rischi di disastri riguardano tutti”. Mumbai potrebbe diventare inabitabile a causa delle inondazioni, dei mari che si alzano, per i cicloni. Nel 2005 quasi un metro di acqua è caduta in meno di 24 ore uccidendo 1000 persone. A livelli meno intensi, anche in Italia avvertiamo che il clima ci espone a situazioni più consone nelle regioni tropicali. Certezze quindi non ce ne sono, qualche esempio di lungimiranza, però, può essere considerato. Il Bangladesh, che nel 1970 a causa di un ciclone di classe 3 subì un disastro con 300 mila morti, pur restando un paese povero, ha fatto tesoro di quella esperienza. Approntare per tempo esodi programmati è decisivo: nel 2007 u ciclone di più fore entità ha provocato “solo” 4200 morti. Il vicino Myanmar, che non ne ha seguito l’esempio, ha subito gli effetti di un ciclone simile nel 2008 che si è portato via 128 mila persone.

Fonte: http://www.blitzquotidiano.it/ambien...atici-1173200/
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