Visualizza Messaggio Singolo
Vecchio 25-08-2017, 11:17   #35
Gigiometeo
Socio AsMER
 
L'avatar di Gigiometeo
 
Data Registrazione: Jan 2006
Località: Bagnacavallo (RA) 11 mslm
Messaggi: 5.185
Predefinito Re:

Come dico sempre l'adattamento è possibile ma ha un limite oltre il quale non è possibile andare, almeno per quanto concerne le nostre caratteristiche antropologiche. Per adesso emigrare mi pare eccessivo; intraprendere però politiche di adattamento è quasi un obbligo.
Detto questo è vero che la siccità attuale ha radici lontane (dallo scorso inverno), ma è altrettanto vero che in un ventennio ci siamo giocati quasi il 30% delle precipitazioni medie estive (ed un ventennio comincia ad essere un segnale climatologico che esce dalla variabilità naturale o se vogliamo "interna", di solito non eccedente il decennio).
Peraltro la caratteristica dei climi continentali o sub-continentali temperati (Emilia ed una fetta di Romagna occidentale con preferenza per le aree pianeggianti) annovera un regime pluviometrico che vede (o meglio vedeva) il minimo primario pluviometrico stagionale invernale e secondario estivo; quindi l'estate "non dovrebbe" essere la stagione più secca, bensì l'inverno. Massimo primario in autunno e secondario in primavera. Il regime pluviometrico appenninico è leggermente diverso, ma limitiamoci alla pianura.
Nel nuovo millennio la stagione più secca è diventata l'estate sostituendosi all'inverno, mentre i massimi sono rimasti invariati, nell'ordine autunno-primavera.
Pertanto è vero che non possiamo attenderci grandi precipitazioni in estate, ma nemmeno così scarse.
Del resto c'è poco da fare: per l'estate i modelli di clima prevedono (e già si osserva) un riscaldamento amplificato della regione mediterranea, i cui motivi sono diversi e intrinsecamente legati tra di loro. Da un lato si nota un effetto diretto del GW che comporta un aumento termico più o meno omogeneo in Europa, ma nel contempo le modificazioni indotte dal GW alla circolazione atmosferica su scala sinottica (quest'anno ne abbiamo un esempio lampante) determinano un incremento della subsidenza atmosferica sul bacino del mediterraneo (quindi promontori sub-tropicali più invasivi e coriacei) ed un calo delle precipitazioni per ragioni dinamiche (lasciamo stare il temporale appenninico di 5 km quadrati legato alla circolazione alla mesoscala). Associato a tale riscaldamento si accoppiano poi alcuni feedback positivi (inaridimento suoli, lapse rate, variazioni entro il PBL, etc ) che nelle aree già secche del mediterraneo sono positivi ed amplificano a loro volta il riscaldamento.
Il 1995, 2002, 2014 (estate) potranno certamente ricapitare, ma ragionando in termini di probabilità, se non intervengono nuove forzanti, siamo destinati a perdere ulteriormente precipitazioni estive; ovviamente al netto della variabilità naturale.
__________________
Detesto la nazionale azzurra, però lo dico. Non me ne fotte nulla del Rwanda, però lo dico. Voi no, non ve ne fotte, ma non lo dite! Non sono eroico; me ne infischio di me stesso, del governo, della politica, del teatro..

C. Bene
Gigiometeo è offline   Rispondi Con Citazione