Discussione: Global Warming
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Vecchio 02-02-2024, 12:03   #2302
sanpei
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Quando toccherà a noi ?

"La Catalogna, come l’Andalusia, sta vivendo una siccità senza precedenti, secondo alcuni studi la peggiore da 1.200 anni. Solo negli ultimi 15 anni i periodi di assenza o di scarse piogge sono raddoppiati e nei serbatoi, fa sapere l’Agencia Catalana del Agua, è rimasto appena il 15,8% di acqua. Nel frattempo, dal cielo, nessun segnale da quasi 40 mesi: sono ormai più di tre anni che non piove a sufficienza per irrigare, con perdite anche del 100% per colture come il grano, e non c’è più acqua né per annaffiare gli alberi cittadini né per «lavare i piatti», raccontano i residenti della provincia di Barcellona.

L’unico sistema per garantire acqua futura a una comunità di oltre 8 milioni di persone è dunque una programmazione che viaggia su due binari: il primo è il risparmio idrico con restrizioni per la popolazione, come avverrà da oggi per 6,6 milioni di persone in 200 città catalane, il secondo sono gli investimenti necessari a creare, trovare o in extrema ratio comprare l’acqua che non c’è.


Il governo catalano lo scorso anno ha deciso di investire 2,4 miliardi di euro fino al 2027 in una strategia di invasi, infrastrutture capaci di recuperare l’acqua piovana e soprattutto impianti di desalinizzazione. Barcellona vanta già l’impianto di desalinizzazione più grande d’Europa che finora, offrendo una quantità d’acqua pari a quella di 53 piscine olimpioniche al giorno, è stato in grado di soddisfare circa un terzo dei consumi dell’area metropolitana ma per affrontare la continua crisi idrica — in una città che d’estate vede arrivare tre milioni di turisti — saranno necessari almeno altri due impianti, ora in programma.

Poi, prevede il piano, saranno fondamentali sgravi e incentivi per il mondo dell’agricoltura, anche per avere più strumenti per recuperare le acque reflue. Non solo: per sopravvivere senza pioggia alcuni comuni della Catalogna hanno già deciso di razionare l’acqua (dalle 20 alle 10), mentre Barcellona ridurrà la pressione nelle tubature per almeno quattro mesi sperando di abbassare i consumi del 20%.

Senza l’aiuto dalla natura però tutto questo potrebbe non bastare. Ecco perché il governo catalano sta immaginando di trasportare acqua grazie alle navi, per esempio da Marsiglia, e potrebbe succedere ben prima del 2030, soglia entro la quale si vorrebbero garantire tutte le risorse per sopravvivere. Se la prossima primavera non pioverà, le prime navi cisterna d’estate potrebbero già attraccare nei porti catalani in quello che viene definito il “Day Zero”.

Un’eventualità che il responsabile dell’Azione per il clima del governo catalano, David Mascort, non nasconde: «Le navi non risolveranno il nostro problema della siccità, saranno solo una soluzione per fornire acqua alle infrastrutture critiche in casi estremi». L’unica strada da percorrere con fermezza è quella di «investimenti necessari entro il 2030 per avere abbastanza acqua per affrontare la siccità strutturale e smettere di dipendere dalla pioggia».

Senza uno sforzo unitario di tutta la cittadinanza però i piani catalani rischiano di risultare insufficienti. Così ieri, dopo l’ennesimo periodo caldo dovuto all’anticiclone, il governo catalano ha annunciato che da oggi partirà la fase 1 del piano di emergenza idrica: il consumo di acqua giornaliera pro capite per i cittadini passerà da 210 a 200 litri. In media ogni catalano ne consuma quasi 170. Ai residenti sarà chiesto di ridurre l’uso di acqua del 5% e agli agricoltori fino all’80%.

L’acqua potabile non potrà essere usata per lavare le auto, riempire le piscine, pulire le strade e innaffiare giardini oppure per le attività ricreative, dalle piste di pattinaggio agli schiuma party. Se la fase 1 dovesse non bastare, si passerà a quelle più estreme: abbassamento della pressione dei rubinetti e soglie che scenderanno a 180 litri pro capite e poi a 160 litri. Addio anche a docce nei centri sportivi o nelle spiagge e all’uso di acqua per progetti turistici."
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“La negazione della complessità è l’inizio della tirannia”.

Jacob Burckhardt
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