Discussione: Global Warming
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Vecchio 13-06-2023, 11:25   #1964
sanpei
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Per arricchire il dibattito su “argini più alti o casse di espansioni” allego un documento commissionato nel 2010 dall’Autorità dei bacini regionali romagnoli, denominato: “Valutazione delle possibilità di laminazione delle piene del fiume Lamone a monte del tratto arginato”
Abbiamo rintracciato un importante documento risalente all’ottobre 2010: “Valutazione delle possibilità di laminazione delle piene del fiume Lamone a monte del tratto arginato”, uno studio commissionato dalla Regione Emilia-Romagna al Prof. Ing. Armando Brath. (Professore ordinario Dipartimento di Ingegneria Civile Università di Bologna). Rilevando un quadro di rischio idraulico piuttosto serio lungo il tratto d’asta del Fiume Lamone compreso tra Pieve del Tho e lo sbocco al mare, lo studio si dedicò, tra gli altri, all’individuazione di alcune aree che si prestassero alla realizzazione di casse di espansione artificiali delle piene. Bene, sul Lamone le aree individuate come sede di casse di espansione furono due, di fatto fra loro contigue, poste nei pressi della località Molino del Rosso; mentre altre due casse furono individuate sul Marzeno per laminare l’onda in ingresso alla confluenza con il Lamone. .... Lo studio si pose quindi l’obiettivo di fornire una prima valutazione degli effetti di tali casse e delle potenzialità che esse avrebbero offerto ai fini della mitigazione del rischio alluvionale e del miglioramento del livello di sicurezza idraulica del territorio, simulando due eventi, uno a ricorrenza 30-ennale (portata massima a valle confluenza Lamone Marzeno di circa 650 mc/s) e l’altro a ricorrenza 200-ennale (portata massima a valle confluenza Lamone Marzeno di oltre 900 mc/s). Ovviamente, nel rapporto sono numerosi i dati e i grafici utilizzati per dare una rigorosa risposta al problema posto. Ci limitiamo a riportarne uno: l’effetto degli interventi proposti sulla riduzione dei massimi livelli idrici di piena: nell’evento 30-ennale si attesta sui 70 – 80 cm (in pratica un abbassamento del livello di piena) in tutto il tratto a valle della confluenza con il Marzeno fino all’abitato di Mezzano; nell’evento 200-ennale si attesta sui 90 – 110 cm nel tratto a valle della confluenza con il Marzeno fino a Reda. In entrambi i casi, dunque, un effetto di proporzioni notevoli. Tuttavia, non è possibile, con il volume di laminazione reso disponibile dalle 4 casse, raggiungere la sicurezza completa, per i due eventi simulati, in tutto il corso del Lamone nel tratto da Faenza alla foce. Lo studio stimava che il volume di laminazione dovesse essere più che raddoppiato. I risultati ottenuti in questo studio sono da considerare solo indicativi delle effettive potenzialità di laminazione offerte dal sistema fluviale nel suo complesso. Una base necessaria per un successivo approfondito progetto di intervento sul territorio. Che però non si è mai attuato. Per quale ragione, ci chiediamo, tredici anni fa fu programmato questo specifico e dettagliato studio, se poi, nonostante contenesse un’accentuazione degli allarmi idrogeologici, niente ne è conseguito?
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“La negazione della complessità è l’inizio della tirannia”.

Jacob Burckhardt
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