Allarmismo meteo
Sentite cosa scrive Michele Serra, cose che noi affermiamo da anni ma lui è molto più bravo di me a focalizzare.
"L'allarme climatico è una cosa troppo seria e importante perché lo si lasci degradare ad allarmismo. Buona parte dell'informazione meteo, con poche e lodevoli eccezioni, è appaltata a siti che annunciano la catastrofe già domattina, esagerando tono e volume come se monitorare lampi e tuoni li autorizzasse a essere tonanti e lampeggianti. Si annuncia la Siberia se cade un fiocco di neve, il Sahel se non piove da due giorni. La glaciazione se l'inverno, come è suo diritto, tocca il sottozero, la morte per disidratazione di nonni e neonati se il termometro supera i trenta gradi. Il fenomeno, annoso e già lungamente segnalato in questa piccola rubrica (che ha anche una sua umile vocazione naturalistica) si è molto aggravato da quando "clima" è diventata una parola molto di moda. Un prodotto che "tira". Spararla grossa, possibilmente più grossa della concorrenza, è diventata una strategia di mercato per strappare qualche clic in più. Se l'effetto è ansiogeno, meglio. Il meteo "de paura", al botteghino, va decisamente a ruba. Si tratterebbe, però, di fare informazione su basi scientifiche. Le isobare, i venti, i cumulonembi, i cirri, le correnti oceaniche sono fattori maestosi della vita sulla Terra, compresa la nostra. Come sarebbe bello parlarne con rispetto e dunque con un normale tono di voce, non strabuzzando gli occhi e sgranando le tonsille. Il rischio è che se gridare "al lupo, al lupo!" diventa un giochino quotidiano, un trucco da imbonitori, quando il lupo arriverà davvero nessuno sarà preparato a riceverlo." |
In particolare i titoli di certi siti meteo pattumiera che poi si infiltrano sui telefonini grazie alle varie app, sono il carburante ideale per questo tipo di mentalità.
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E comunque stanotte a Venezia il lupo è arrivato davvero ...non adeguatamente previsto ...
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Sai....a forza di gridare al lupo, se poi ci fosse stato qualcuno che lo avesse gridato correttamente in questa circostanza, sarebbe stato messo nel mazzo delle solite cretinate.
Il problema è serio. Bisognerebbe vietare l'utilizzo di certi vocaboli (se non quando strettamente necessario come sarebbe potuto essere appunto per Venezia) visto che non stai parlando in casa tua con tua zia, ma metti in rete degli avvisi che leggono tutti.... ma si capisce che se stai nei termini corretti, poi dove vanno a finire i click e gli introiti pubblicitari? L'ho sempre detto: la meteo a chi ne ha la giusta (e provata) competenza, agli altri solo i forum, chat o similari, ma NON PREVISIONI PUBBLICHE |
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