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miki 01-06-2012 20:37

Sui temporali del 31 Maggio...
 
Un pò in ritardo, vorrei soffermarmi sullo spettacolo offerto dal transito del piccolo ma cattivello asse di saccatura della giornata di ieri (31 Maggio 2012).
Una delle rare giornate ad offrire due temporali molto intensi e prolifici, ma di origine molto diversa a distanza di sole 7/8 ore... Tra l'altro, un buonissimo esercizio per "vedere" grazie alle nubi il cambio di circolazione avutosi in giornata.

Il primo evento, mattutino, ha sorpreso tutti i modelli e (quasi) tutti i previsori. Pressochè inaspettato, è molto probabilmente nato da convergenza doppia o tripla tra Scirocco, Bora e debole Ponente. In quota, la saccatura andava approfondendosi sul Tirreno, ma a 500hPa (la "quota guida" in questo caso) si avevano ancora correnti settentrionali. Non è da escludere un iniziale innesco parzialmente orografico sul Vicentino/Veronese. Il top della nube ha superato la tropopausa, come si vede tra l'altro dall'immagine satellitare sotto (si nota un puntino più in rilievo a sinistra della struttura), segno della potenza delle correnti ascendenti.

Il secondo, a mio parere più interessante, è maturato nel tardo pomeriggio in concomitanza con l'ingresso più deciso del Garbino. Questo da solo può aver creato i contrasti igrometrici (ossia in termini di umidità) bastevoli per l'innesco, ma chiederei a Gigio delucidazioni in merito. Anche perchè c'era in gioco un vivace Scirocchetto dall'alto Adriatico che può aver contribuito non poco. Di sicuro ha tutto l'aspetto di un temporale con updraft in spostamente e più precisamente in discesa dall'Appennino verso la pedemontana (e questo appunto a causa dell'ingresso del Garbino). Ad ogni modo, si nota molto bene il cambio delle correnti in quota, con l'asse di saccatura ben formato e ormai tra Corsica e Sardegna. I temporali sardi vengono infatti stirati verso Sud-Est (come il nostro temporale mattutino), mentre il cumulonembo bolognese è letteralmente piallato da Nord-Est verso Sud-Ovest.

Lascio spazio alla grafica che si meritano questi eventi.

L'immagine a risoluzione piena: http://i45.tinypic.com/18oj0x.png

http://i49.tinypic.com/2im4d3b.png

jackmeteo 02-06-2012 12:12

Non male come analisi :)

Gigiometeo 02-06-2012 12:25

Sì, le dinamiche sono grosso modo quelle che hai descritto. Nell'evento pomeridiano trattandosi in origine di una cella singola che per una mezz'oretta ha generato un sistema multicellulare, sebbene di ridotte dimensioni, il triggering è stato favorito dal boundary di basso livello tra flussi umidi da ESE in entrata dall'Adriatico e correnti secche sudoccidentali in sfondamento dal crinale appenninico. In pratica una piccola dry-line appenninica supportata da profilo verticale moderatamente instabile (aria fresca in quota). Una volta che il sistema ha preso vita il cold pool legato alla fase delle precipitazioni (con tanto di downdraft e gust front/outflow) ha avuto maggiore componente in direzione NE poichè favorito dalla presenza del rilievo (i primi rovesci sono occorsi sul settore collinare e pedecollinare) che accentua la propagazione del gust front/outflow verso la bassa pianura, generando nuove celle apparentemente in contrasto con la direzione venti in media troposfera (da NW, fino a NE in alta troposfera, da qui le incudini soffiate verso SW).
Una volta che il sistema si è spostato in piena pianura, mancando la componente orografica a rinforzare il gust front/outflow verso NE, il cold pool e le correnti discendenti hanno in breve soppresso gli updraft (propagazione ridotta ed assetto updraft/downdraft praticamente verticale) prendendo il sopravvento e determinando il collassamento veloce delle nuove celle formatesi in loco ed impedendo il formarsi di nuove per il decadimento del outflow boundary.
Succede abbastanza spesso quando le celle non hanno innesco frontale o prefrontale ed i sistemi sono di ridotte dimensioni e per lo più ad innesco orografico.
In pratica l'innesco delle nuiove celle, fin quando la componente orografica è attiva, obbedisce poco ai dettami classici e risponde ancora meno alle dinamiche legate al vento medio troposferico, con il bilancio outflow-gustfront/inflow-updraft che prevale sulle altre component, specie quando è forzato orograficamente.
Chiaramente per l'innesco primario è fondamentale la costituzione di una dry-line nei bssi strati.
drink2drink2

cicciod 02-06-2012 22:47

io c'ero dentro in pieno (al secondo) e posso segnalarvi un'allegra attività elettrica (un tuono ogni 8/10 secondi) e una grandinata non molto intensa ma con chicchi discreti (per il bolognese, eh... che non è l'oklahoma....)

miki 03-06-2012 11:25

Citazione:

Originariamente Scritto da Gigiometeo (Messaggio 193250)
Sì, le dinamiche sono grosso modo quelle che hai descritto. Nell'evento pomeridiano trattandosi in origine di una cella singola che per una mezz'oretta ha generato un sistema multicellulare, sebbene di ridotte dimensioni, il triggering è stato favorito dal boundary di basso livello tra flussi umidi da ESE in entrata dall'Adriatico e correnti secche sudoccidentali in sfondamento dal crinale appenninico. In pratica una piccola dry-line appenninica supportata da profilo verticale moderatamente instabile (aria fresca in quota). Una volta che il sistema ha preso vita il cold pool legato alla fase delle precipitazioni (con tanto di downdraft e gust front/outflow) ha avuto maggiore componente in direzione NE poichè favorito dalla presenza del rilievo (i primi rovesci sono occorsi sul settore collinare e pedecollinare) che accentua la propagazione del gust front/outflow verso la bassa pianura, generando nuove celle apparentemente in contrasto con la direzione venti in media troposfera (da NW, fino a NE in alta troposfera, da qui le incudini soffiate verso SW).
Una volta che il sistema si è spostato in piena pianura, mancando la componente orografica a rinforzare il gust front/outflow verso NE, il cold pool e le correnti discendenti hanno in breve soppresso gli updraft (propagazione ridotta ed assetto updraft/downdraft praticamente verticale) prendendo il sopravvento e determinando il collassamento veloce delle nuove celle formatesi in loco ed impedendo il formarsi di nuove per il decadimento del outflow boundary.
Succede abbastanza spesso quando le celle non hanno innesco frontale o prefrontale ed i sistemi sono di ridotte dimensioni e per lo più ad innesco orografico.
In pratica l'innesco delle nuiove celle, fin quando la componente orografica è attiva, obbedisce poco ai dettami classici e risponde ancora meno alle dinamiche legate al vento medio troposferico, con il bilancio outflow-gustfront/inflow-updraft che prevale sulle altre component, specie quando è forzato orograficamente.
Chiaramente per l'innesco primario è fondamentale la costituzione di una dry-line nei bssi strati.
drink2drink2

Grazie Gigio... Chiarissimo come sempre! drink2drink2

Enrico 04-06-2012 23:01

Grazie Miki e Gigio per le vostre analisi!!!

a presto!
Enrico


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